lunedì 20 gennaio 2014

"Il popolo catalano è una minoranza e ha il diritto di votare”

Il dirigente dei conservatori austriaci Franz Schausberger ha approfittato della sua visita a Barcellona durante questo mese di novembre per visitare la sede dell’ANC (Assemblea Nacional Catalana). Franz Schausberger (Steyr, 1950) è un dirigente veterano del Partito conservatore Popolare Austriaco (ÖVP). I suoi otto anni (1996-2004) come governatore del land di Salzburg e il suo passaggio per il Comitato delle Regioni d'Europa l'hanno convertito in una delle voci più sensibili verso le rivendicazioni regionali.

Crede che i catalani hanno il diritto di decidere alle urne i loro futuro?

Naturalmente, sì. Per una questione di diritti umani. Il popolo catalano è una minoranza dentro Spagna. Le autorità spagnole dovrebbero rispettare degli standard minimi di democrazia e permettere che la minoranza catalana si pronunciasse alle urne.

Il governo spagnolo si oppone allegando che la consulta sarebbe illegale.

I land austriaci, dentro delle loro Costituzioni regionali, gli si riconosce il diritto ad organizzare referendum. Una consulta non può andare contro una Costituzione democratica. Ora, bisogna essere abili e proporre una domanda che entri dentro della legge.

Che senso darebbe alla domanda?

Io intenterei trovare una domanda che entrasse nel marco costituzionale. Se non si può chiedere direttamente sull’indipendenza, bisogna trovare una formula più indiretta, più facilmente accettabile dalla parte spagnola. In definitiva, tutti avrebbero chiaro di che cosa si tratta.

La UE accetterebbe uno stato catalano?

Non c’è nessun precedente nel quale ci possiamo fissare. Per ora, l’opinione ufficiale a Bruxelles è che tutti i nuovi soci avrebbero da seguire lo stesso procedimento che gli altri candidati, però credo che non si è ancora detta l’ultima parola. Se una regione diventa indipendente, dovrà compiere i criteri di adesione, è chiaro, però potrebbe abilitarsi una via rapida perché ci entrasse. La UE attua sempre di forma pragmatica e dovrebbe prepararsi per un caso così.




Nel caso di uno scontro politico Catalogna-Spagna, che ruolo avrebbe la UE?

Spagna e Catalogna dovrebbero trovare una via pacifica per arrivare ad un accordo. Per iniziare bisogna vedere che cosa vuole il popolo catalano. Se decidesse di diventare indipendente ed entrare nell’UE, la Spagna inizialmente potrebbe dire di no, però non sarebbe così facile dire sempre semplicemente di no a uno stato che compie con i criteri di adesione.





¿Sarebbe legittima una dichiarazione unilaterale d’indipendenza nel caso che la Spagna utilizzasse il veto sulla consulta?

Sia legittima, sia illegittima, non sarebbe un passo politicamente intelligente. Scozia ha negoziato durante anni fino a trovare una via legale. Per l’esperienza di casi simili, andare in fretta non è troppo buono. Bisogna avere una visione soprattutto a lungo termine. Catalogna e Spagna, nel futuro, devono poter convivere, insieme o come vicini. Devono cooperare, non possono sostenere un conflitto a lungo. Il camino verso l’indipendenza è spesso lungo e pieno di pietre. E in un processo come questo un anno non è nulla.















Si capisce la causa catalana nel resto del continente?

In Europa è negativo essere percepito come un nazionalista prepotente. Si preferisce presentarsi come una minoranza che lotta per i suoi diritti e che ha esaurito tutte le vie per trovare un posto in Spagna.

Roger Mateos

http://www.ara.cat




Tedesco

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