Circa un anno fa la
Catalogna diede inizio, con la manifestazione del 11 Settembre, al cammino
verso lo Stato proprio. Un cammino che sapevamo già fin dall’inizio non sarebbe
stato facile; e in effetti, non lo è.
Ma non ci sono solo
cattive notizie oppure ostacoli; anzi, il processo va avanti in modo fermo
grazie ad una strategia ben consolidata ed eseguita.
Questa strategia si
materializza in forme molto diverse. Ci sono due ambiti, però, che sono
preminenti: quello economico e l’altro internazionale. Oggi vorrei soffermarmi
sul secondo aspetto, quello internazionale.
Chi più chi meno è
cosciente che una delle chiavi del successo del processo è il riconoscimento
dello Stato Catalano da parte della comunità internazionale. Ma
indipendentemente dalla strategia che sta portando a termine il nostro Governo,
esiste un elemento molto importante sul quale bisogna specialmente fare
menzione: cosa fornisce, qual’è il vantaggio che offre l’indipendenza della Catalogna
agli altri paesi?
In questi momenti
la principale preoccupazione della comunità internazionale nei confronti della Catalogna
è, di gran lunga, cosa succederà alla Spagna senza la Catalogna. Sono consapevoli
che, senza riforme e senza la Catalogna, la Spagna ha un futuro nero. E ciò
preoccupa; e molto. E ciò, precisamente, è quello che dobbiamo neutralizzare
adesso con argomentazioni positive.
La Catalogna-Stato,
oltre ad essere un contribuente netto dell’UE, sarebbe un agente dinamizzatore
per il sud d’Europa, e la cosa gioverebbe alla Catalogna ma anche all’Europa e,
indirettamente, alla stessa Spagna.
Mi spiego: la Catalogna
dispone di un modello economico-produttivo proprio, molto diverso da quello del
resto della Spagna. Il nostro modello si basa sulla piccola e media impresa (il
99,2% delle aziende catalane hanno meno di 50 dipendenti) che fornisce un
tessuto produttivo radicato sul territorio, altamente diversificato, focalizzato
sull’esportazione e spesso, leader nel settore o comparto operativo.
Viceversa, il
modello castigliano, o spagnolo, è centrato sulla grande banca (modello speculativo),
aziende fornitrici di servizi per l’America Latina (REE, Movistar, ecc.) e petrolifere
(Repsol, Cepsa).
Questi due modelli
hanno bisogno di politiche economiche, fiscali e finanziarie diverse. E’
evidente che le politiche che lo Stato spagnolo applica sono indirizzate a
potenziare il proprio modello, e non il nostro.
Da ciò si evince
che, con uno Stato protettivo, il tessuto produttivo catalano avrebbe una
cornice molto più favorevole per potersi sviluppare: infrastrutture adatte alle
necessità delle aziende e del territorio, un hub internazionale nell’aeroporto
del Prat di Barcellona; la possibilità di potenziare ancora di più il porto di Barcellona;
poter fare una quarta pista di atterraggio per aerei Cargo attiva 24 ore su 24...
La Catalogna potrà diventare un polo logistico per il sud Europa, un cluster
tecnologico, di trasformazione di alto valore aggiunto, di ricerca biomedica e
chimica.
Uno Stato che pensi ed agisca in chiave catalana, con la mentalità
imprenditoriale nostra; questo è il futuro che ci attende.
E’ proprio questo
che bisogna spiegare alla comunità internazionale; che uno Stato Catalano
dinamizzerebbe enormemente l’economia del sud Europa creando posti di lavoro e
ricchezza; che genererà a sua volta opportunità di affari per le aziende internazionali;
e che tutti saranno i benvenuti.
Dobbiamo spiegarlo
alla Francia, alla Germania, agli Stati Uniti, a Israele, al Giappone ed a
tutti quelli che vorranno ascoltare, che uno Stato catalano è interessante per
loro, perchè avranno un paese nel sud Europa ben collegato, con buone infrastrutture
e con mentalità imprenditoriale dove poter investire. Un paese con un alto
potere d’acquisto che può dare risposte alle necessità di espansione internazionale.
Dal Circolo
Catalano di Affari siamo convinti que molto prima di quanto crediamo, potremo
godere di questi vantaggi. Non solo noi, ma anche l’Europa e, indirettamente, la
Spagna.
Joan Cabanas
Responsabile dell’area internazionale del “Cercle Català de Negocis” – Circolo
Catalano di Affari (associazione d’imprenditori catalani)