giovedì 1 agosto 2013

Altri episodi dell’assedio centralista


Il governo spagnolo, tramite la futura legge sui trattati, farà un altro passo per “affettare” le competenze della Catalogna all’estero. La vicepresidente spagnola, Soraya Sáenz de Santamaría, difende il diritto dello Stato di “controllare” che le autonomie non firmino trattati internazionali, visto che soltanto lo Stato spagnolo lo può fare. Il pretesto della vicepresidente è così puerile che non meriterebbe di essere commentato, se non fosse che nasconde l’obiettivo reale della norma: svuotare di competenze gli uffici esteriori. E’ esilarante affermare che un interlocutore della Catalogna forse ignora che non ha potestà, al momento, per firmare trattati.
Con ogni atto, il governo spagnolo evidenzia la propria concezione giacobina e centralista di come deve essere lo Stato. Ad esempio, sta dicendo chiaramente che il governo della Catalogna non è Stato. Per quanto sia il risultato di una volontà popolare e per quanto l’organizzazione del nostro paese sia protetta dalle leggi organiche emanate dalla Costituzione –fatto che spesso si dimentica–, per la Spagna, l’amministrazione catalana non è Stato.
Invece di preoccuparsi tanto per centralizzare lo Stato, il governo spagnolo dovrebbe rispondere a queste domande: Gli uffici esteriori della Catalogna funzionano? Attirano investimenti e favoriscono le esportazioni? O anche: Le ambasciate spagnole funzionano? O sono piuttosto delle carcasse vuote per sembrare quello che furono e che mai più saranno? Attirano investimenti e capitali? Prima di fare delle leggi restrittive, il governo spagnolo dovrebbe rispondere a queste domande. Ma partendo dalla realtà, non dalla miope politica consueta.
 
Opinió – Avui.cat -22/07/13



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