lunedì 23 marzo 2015

La persecuzione politica di un giudice catalano

I giudici e magistrati spagnoli sono organizzati in svariate associazioni professionali, giacché per legge non possono apppartenere a nessun sindacato. Queste associazioni hanno assunto il ruolo tradizionale di proteggere i diritti e le condizioni di lavoro dei giudici. Però il carattere ideologico dei giudici all'interno di queste organizzazioni è molto marcato e presente. La principale associazione per numero di affiliati è di tendenza conservatrice e vicina al Partito Popolare, che governa attualmente in Spagna. L’associazione più affine al pensiero socialdemocratico, di carattere progressista e sociale, raggruppa i suoi affiliati sotto il nome di giudici per la Democrazia e rappresenta solo il 10% dei 5.700 giudici spagnoli.



Santiago Vidal è un giudice catalano specializzato in diritto penale, e magistrato dell'Audienza Provinciale di Barcelona con una lunga e riconosciuta traiettoria professionale. Inoltre è professore di diritto penale e criminologia all'Università Autonoma di Barcelona. Si è convertito in una personalità mediatica, specialmente in Catalogna, dal momento che oltre a essere stato portavoce dell’Associazione dei giudici per la Democrazia in Catalogna durante molti anni, ha spiccato per il carattere progressista di sentenze dettate contro la discriminazione razziale o sessuale e per la protezione ai minori. D'altro lato, è stato un fermo difensore dell'uso del catalano nella magistratura, con diverse pubblicazioni al riguardo, un tema molto rilevante in Catalogna. Ed è, inoltre, un dichiarato difensore del diritto d'autodeterminazione e dell'indipendenza della Catalogna.


Però oggigiorno il giudice Vidal non può più esercitare la sua professione di giudice. Lo scorso 26 febbraio è stato sanzionato dal Consiglio Generale del Potere Giudiziale (CGPJ), l’organo di governo della giustizia spagnola, con una sanzione d'inabilitazione dallo stipendio e dal lavoro per tre anni. 

Il motivo del severissimo castigo applicato è che il giudice Vidal ha liderato un gruppo di lavoro (formato anche da altri giudici che rimangono anonimi per evitare rappresaglie e da giuristi dell’ambito accademico) che ha redattato in forma congiunta una bozza di costituzione d’una eventuale Repubblica Catalana. Si accusa il giudice Vidal d’una colpa disciplinaria molto grave di vulnerazione del dovere di lealtà verso la Constituzione spagnola e di slealtà al Regno di Spagna, per plasmare in un testo i suoi pensieri e convinzioni in forma di una ipotetica costituzione e per partecipare pubblicamente in atti a favore dell'indipendenza della Catalogna.

Questa decisione contiene una evidente motivazione politica e repressiva contro pensieri affini all'indipendenza della Catalogna. È necessario sottolineare che il CGPJ non è un organo indipendente del potere politico, giacché 20 dei suoi 21 membri sono scelti dal potere legislativo, il Congresso dei Diputati e il Senato spagnolo; perciò i rappresentanti di tendenza conservatrice e vicini all’attuale Governo di Spagna sono la maggioranza nel CGPJ. Risulta paradossale che questa sanzione di tipo politico provenga dal CGPJ, organismo la cui funzione principale è precisamente quella di garantire l'indipendenza dei giudici e magistrati di fronte agli altri poteri dello Stato. Il risultato della votazione dei membri del CGPJ è stato molto controverso e riflette l’allineamento ideologico dei suoi membri: 12 a favore (conservadori e nominati dal Partito Popolare) e 9 contro (progressisti e nominati dagli altri partiti, PSOE, IU e PNV). Un giudice è stato sanzionato per esprimere la propria ideologia politica nell'ambito della libertà d’espressione, da altri giudici che hanno votato in modo unanime secondo il proprio posizionamento ideologico e il posizionamento politico dei partiti che li hanno nominati nel CGPJ, contradizione che è un vero sproposito in se stessa. Oggi più che mai, possiamo dire che la separazione di poteri non esiste, che il pensiero di Montesquieu rimane lettera morta in Spagna.

A nulla è servito che la redazione della bozza di costituzione catalana sia stata un esercizio intellettuale di creazione giuridica, realizzata su iniziativa propria dei redattori, senza essere stata incaricata da nessuno, senza che sia destinata a un qualsiasi uso concreto o di assessoramento per una qualsiasi entità pubblica o privata e senza aver ricevuto una retribuzione di qualsiasi tipo. A nulla è servito che sia stata elaborata nel più stretto ambito privato, particolare e personale del cittadino Vidal, fuori dall'orario di lavoro, senza che abbia interferito in nessun caso con l'esercizio dell'eccellente mansione professionale che gli viene riconosciuta. 

Questa sanzione risulta essere una persecuzione inquisitoriale di tipo politico, che attenta ai diritti fondamentali del giudice e cittadino Vidal, che attenta ai diritti di pensiero, d’opinione e d’espressione che sono riconosciuti dalla stessa Costituzione spagnola, dalla Carta dei Diritti Fondamentali della UE e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Inoltre questa sanzione attenta anche al diritto di creazione giuridica del giudice Vidal.

La stessa organizzazione di Giudici per la Democràcia, che non si può considerare per nulla indipendentista né catalanista (è una associazione di giudici di tutto il territorio spagnolo), ha considerato che la sanzione per il fatto di esprimere determinate opinioni non ha precedenti nella Spagna democratica, che risulta del tutto sproporzionata e che ci riporta ai peggiori momenti di intolleranza istituzionale verso le opinioni aliene (ai tempi della dittatura franchista), secondo quanto emerge da un comunicato dello scorso 12 febbraio che si può consultare nella web di questa associazione.

La politicizzazione del sistema giudiziale spagnolo è un fatto riconosciuto. Lo scorso 11 marzo di quest'anno la Comissione Europea per l’Efficacia della Giustizia (Cepej) ha pubblicato uno studio sulla qualità del sistema giudiziale europeo. Secondo questo studio, la Spagna è il terzo paese della UE in cui la percezione dell'indipendenza giudiziale rispetto agli altri poteri è più bassa. La Spagna ha ottenuto una qualificazione di 3,2 nella percezione della indipendenza giudiziale nel 2013/2014, che comporta un peggioramento rispetto al 4,0 ottenuto nel 2013/2012 e il 3,7 del 2012/2011. D'altro canto, la Spagna occupa il posto 97 nel ranking internazionale che analizza la situazione di 144 paesi.

Non c'è dubbio che il giudice Vidal, che si caratterizza per il suo spirito di giustizia e di lotta, ricorrerà a tutte le istanze possibili, fino ad arrivare, se necessario, al Tribunale Europeo dei Diritti Umani di Strasburgo, dove lo Stato spagnolo è stato condannato negli ultimi anni troppe volte per non rispettare i diritti fondamentali dei suoi cittadini.

Leggere in inglese, francese e spagnolo
Traduzione di Paolo Pellegrino

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