sabato 19 ottobre 2013

Insulti dalla marca Spagna



Recentemente è diventata una moda quello di dire di tutto dei catalani, da ladri a nazisti e anche abusatori di bambini. Ma questa tradizione xenofoba appartiene forse più alla Spagna Eterna. 

Fu la Castilla a decretare l’espulsione degli ebrei nel 1492 e lo stesso con i musulmani nel 1609. In pieno orrore nazista, Franco (che pattò e aiutò Hitler) abbandonò migliaia di repubblicani ed ebrei, condannandoli ad una morte sicura nei campi nazisti. “Non ci sono spagnoli fuori dalla Spagna” era la consegna ufficiale. 

Dopo l’espulsione degli ebrei noi catalani abbiamo incominciato a sostituire nell’ immaginario spagnolo gli ebrei. Già Quevedo parlava dei catalani come i “ladri di tre mani”, tra altre cose che non diremo per non annoiare. Questo anticatalanismo è sopravvisuto nella Spagna fino ad oggi. È un caso chiaro di possesso. Catalogna non è Spagna. Catalogna appartiene alla Spagna. E un possedimento non ha diritti. 

Arrivati ad oggi, le reti sociali sono diventate un amplificatore e catalizzatore di questo sentimento anticatalano. Indirizzi come ://apuntem.cat registrano tutto questo odio popolare, represso nell’elite governante spagnola. 

Ma ogni tanto qualcuno si lascia andare e se negli anni 50 fu Luis de Galinsoga, che disse che “tutti i catalani sono una merda”, adesso ci troviamo con il numero 2 della istituzione Marca España, sr. Juan Carlos Gafo, ex-capo del Protoclolo nella Zarzuela ed ex-ambasciatore nel Libano, ha detto su Twitter: “Catalani di merda, non meritano niente” come reazione ai fischi al’l inno spagnolo durante l’inaugurazione a Barcellona il passato 19 luglio nei Mondiali di nuoto. 

È significativo che qualcuno di questo livello faccia un errore così grave, però dice molto del livello di distanziamento che si è aperto tra le società catalana e spagnola, anche da parte dei personaggi importanti. E pare riaffermarsi che la società catalana ha preso distanza dalla spagnola, distanza della quale da Madrid si e’ sempre stato consapevoli. 

Da un alto lato, è curioso vedere come è più grave per un alto capo della Marca España dei semplici fischi all’ inno che i casi Noos (presunta corruzione alla Monarchia), Barcenas / Gürtel / PP (presunta corruzione di uno dei due partiti del Governo della Spagna negli ultimi 20 anni) o Bankia / Preferentes (frode a piccoli risparmiatori a grande scala). Nessuno di questi motivi pare che sia motivo di reazione per il Sr. Gafo. 

La situazione nella Spagna si deteriora sempre di piu, i catalani con la nostra voglia per raggiungere un referendum continuiamo ad essere una calamita per la xenofobia spagnola. Forse sarà necessaria l’indipendenza della Catalogna per normalizzare le relazione condizionate durante secoli col vicino spagnolo. 

Àlex Furest
Economista

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