lunedì 19 agosto 2013

Catalogna, il no-caso

Davanti all’euforia del concerto ovunque, mi ha sorpreso un certo scetticismo da parte di un ufficiale importante dell’Unione Europea”.
 
Il 29 giugno, la notte del Concerto per la Libertà, incontrai un alto ufficiale dell’Unione Europea. Lui ci lavora da anni, è stato delegato a Bruxelles in diversi paesi del mondo e sa come funzionano le diverse politiche europee. Discretamente, data la sua posizione, da la sua opinione riguardo al processo che è cominciato tempo fa nella Catalogna. Per questo, davanti all’euforia del concerto, mi ha sorpreso un certo scetticismo da parte sua. Quindi ho chiesto…
 
-          Tu che conosci bene l’Europa, come si vede lì il caso catalano?
È il non-caso
 
Cosa vuoi dire?
Per le autorità europee, purtroppo, Catalogna è ancora il non-caso. E questo mi dispiace, ma è così.
 
Ma… la grande dimostrazione dell’11 settembre è stata notizia in molti mezzi di comunicazione internazionali. Tutti lo hanno visto. Anche da parte della Generalitat si viaggia a Bruxelles per spiegare il processo…
Sì, sì, sì.. tutto questo è vero, chiaro. E sarà anche una bella fotografia quella catena umana dell’11 settembre. Ma questo non fa perdere il sonno all’Europa. Sono immagini belle di un popolo, ma a loro non preoccupa.
 
Quindi… Cosa manca perché il non-caso diventi caso?
-          Il conflitto.
-          Pensi che adesso non ci sia conflitto? La rigidità del Governo di Rajoy contro la decisione della Catalogna di fare una consultazione non è sufficiente per cominciare? O tutte le leggi spagnole approvate che aggrediscono le competenze della Generalitat? La questione della lingua ad esempio…
No, questo non è un conflitto per l’Europa. Quello che succede adesso, come dicono tutti i dirigenti europei quando glielo chiedono, è una questione interna. Non attraversa la frontiera.
E quindi? Cosa dovrebbe succedere perché diventi conflitto per l’Europa?
Una di queste due cose: in primo posto, il Presidente Mas dovrebbe chiedere formalmente a Rajoy di fare la consultazione. Se lui dice di no, la Generalitat dovrebbe chiedere aiuto all’Europa. La palla attraversarebbe la frontiera e allora sì che sarebbe un conflitto per l’Europa.
 
E la seconda cosa?
Fare delle elezioni plebiscitarie con un punto che sostenesse la dichiarazione unilaterale di indipendenza. Si vincono i partiti che vogliono questa dichiarazione, l’Europa potrebbe considerare il caso della Catalogna un caso vero. Nel frattempo, tutto quello che si fa tramite il popolo catalano sarà benvenuto. Ma la politica comanda. Il problema è che non so se si stanno facendo tutti i passi corretti con l’Europa perché un giorno ci sia conflitto…
 
Che cosa pensi che si dovrebbe fare?
È da molto tempo che si dovrebbe parlare con la Germania. Riunioni di alto livello, voglio dire. Non penso che sia così chiaro che, dato il caso, la Germania si metta contro la indipendenza della Catalogna. Sembre impossibile vero? Oggigiorno i tedeschi farebbero di tutto perchè non ci fosse la indipendenza della Catalogna. Perché sanno che la Spagna senza la Catalogna non sarebbe un granché. Ma i tedeschi sono molto pragmatici, e arrivato il momento…
Arrivato il momento si metterebbero a favore della Catalogna?
-          Se non si lavora per quello, allora no.
 

 
Anna Figuera Raich

Cronista. Analista politica della televisione pubblica catalana TV3 e professoressa di giornalismo politico a Blanquerna – Facoltà di Scienze della comunicazione, Università Ramon Llull, Barcellona.

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