Davanti
all’euforia del concerto ovunque, mi ha sorpreso un certo scetticismo da parte
di un ufficiale importante dell’Unione Europea”.
Il 29 giugno, la
notte del Concerto per la Libertà, incontrai un alto ufficiale dell’Unione
Europea. Lui ci lavora da anni, è stato delegato a Bruxelles in diversi paesi
del mondo e sa come funzionano le diverse politiche europee. Discretamente,
data la sua posizione, da la sua opinione riguardo al processo che è cominciato
tempo fa nella Catalogna. Per questo, davanti all’euforia del concerto, mi ha
sorpreso un certo scetticismo da parte sua. Quindi ho chiesto…
-
Tu
che conosci bene l’Europa, come si vede lì il caso catalano?
È il non-caso
Cosa vuoi dire?
Per le autorità europee, purtroppo, Catalogna è
ancora il non-caso. E questo mi dispiace, ma è così.
Ma… la grande
dimostrazione dell’11 settembre è stata notizia in molti mezzi di comunicazione
internazionali. Tutti lo hanno visto. Anche da parte della Generalitat si
viaggia a Bruxelles per spiegare il processo…
Sì, sì, sì.. tutto questo è vero, chiaro. E sarà
anche una bella fotografia quella catena umana dell’11 settembre. Ma questo non
fa perdere il sonno all’Europa. Sono immagini belle di un popolo, ma a loro non
preoccupa.
Quindi… Cosa
manca perché il non-caso diventi caso?
-
Il
conflitto.
-
Pensi
che adesso non ci sia conflitto? La rigidità del Governo di Rajoy contro la
decisione della Catalogna di fare una consultazione non è sufficiente per
cominciare? O tutte le leggi spagnole approvate che aggrediscono le competenze
della Generalitat? La questione della lingua ad esempio…
No, questo non è un conflitto per l’Europa. Quello
che succede adesso, come dicono tutti i dirigenti europei quando glielo
chiedono, è una questione interna. Non attraversa la frontiera.
E quindi? Cosa
dovrebbe succedere perché diventi conflitto per l’Europa?
Una di queste due cose: in primo posto, il
Presidente Mas dovrebbe chiedere formalmente a Rajoy di fare la consultazione.
Se lui dice di no, la Generalitat dovrebbe chiedere aiuto all’Europa. La palla
attraversarebbe la frontiera e allora sì che sarebbe un conflitto per l’Europa.
E la seconda
cosa?
Fare delle elezioni plebiscitarie con un punto che
sostenesse la dichiarazione unilaterale di indipendenza. Si vincono i partiti
che vogliono questa dichiarazione, l’Europa potrebbe considerare il caso della
Catalogna un caso vero. Nel frattempo, tutto quello che si fa tramite il popolo
catalano sarà benvenuto. Ma la politica comanda. Il problema è che non so se si
stanno facendo tutti i passi corretti con l’Europa perché un giorno ci sia
conflitto…
Che cosa pensi
che si dovrebbe fare?
È da molto tempo che si dovrebbe parlare con la
Germania. Riunioni di alto livello, voglio dire. Non penso che sia così chiaro
che, dato il caso, la Germania si metta contro la indipendenza della Catalogna.
Sembre impossibile vero? Oggigiorno i tedeschi farebbero di tutto perchè non ci
fosse la indipendenza della Catalogna. Perché sanno che la Spagna senza la
Catalogna non sarebbe un granché. Ma i tedeschi sono molto pragmatici, e
arrivato il momento…
Arrivato il
momento si metterebbero a favore della Catalogna?
-
Se
non si lavora per quello, allora no.
Cronista. Analista politica della televisione pubblica catalana TV3 e professoressa di giornalismo politico a Blanquerna – Facoltà di Scienze della comunicazione, Università Ramon Llull, Barcellona.
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