martedì 11 febbraio 2014

Prologo dell’attrice Montserrat Carulla letto durante l’evento per l’inaugurazione del Tricentenario (1714 – 2014)


Commemorare è rivivere la memoria delle persone, recuperare i vissuti, i luoghi ed i fatti. Ricordare per non dimenticare e non essere dimenticati. Trecento anni dopo rivendichiamo il filo che unisce quello che eravamo, quello che siamo e quello che saremo.

La Catalogna non è una nota a piè della storia. Ne siamo stati protagonisti e vogliamo continuare ad imprimerci le nostre esperienze collettive prendendo per mano le altre nazioni del mondo. Terra di passaggio, terra di accoglienza, siamo il prodotto singolare di milioni di persone che lungo i secoli hanno tracciato il profilo del nostro paesaggio emozionale. Una corrente profonda che travolge con forza e che ci spinge verso il futuro.

L’identità della Catalogna è viva. Le ragioni le troviamo nelle strade, nei paesi e nelle città; nel lavoro costante e giornaliero dei suoi uomini e donne e nella musica della sua lingua, nei valori che ci identificano e che ci fanno essere popolo. Ed è tutto questo che ci sprona a continuare ad essere.
E siamo dove siamo, preparati per incarnare il futuro perchè la storia ci convoca a confluire gli aneliti, le esperanze e le illusioni, personali e collettive. Un esempio, il carattere che ci descrive e ci identifica di fronte al mondo.
La cultura è lo strumento più efficace per canalizzare la nostra volontà di essere e di proiettarci come paese. Lo slancio e la capacità creativa di tutte le generazioni diviene la garanzia di una società dinamica e aperta. In definitiva, un paese colto è un paese più libero e più giusto.
Il cammino non è per niente facile. Non abbiamo mai smesso di andare avanti. Oggi commemoriamo la nostra volontà di essere e chiediamo la parola per spiegare quello che siamo. Ci piace condividere un progetto comune, eredità del passato, espressione del presente e volontà di futuro, dove tutti sono invitati. La storia ci convoca. Camminiamo verso il futuro con naturalezza e fermezza.
Eravamo, siamo e saremo.

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