Il presidente della Generalitat, Artur Mas, reclama nel 'New
Europe' che Madrid "rispetti i suoi proclamati principi democratici"
e permetta la celebrazione del referendum. In un articolo pubblicato nello
speciale 'Our World in 2014' (Il nostro mondo nel 2014), Mas spiega il processo
che ha portato la Catalogna a rivendicare l’indipendenza e difende che
"nel XXI secolo risolviamo queste dispute pacifica e democraticamente, con
le urne e i voti". Il presidente scrive nello speciale insieme ad altre
personalità come il primo ministro francese, Jean-Marc Ayrault, quello
italiano, Enrico Letta, il ministro di Economia britannico, George Osborne, o
le eurocommissarie Neelie Kroes e Androulla Vassiliou. Mas spiega nel articolo
che dal 1714 la Catalogna "ha mantenuto la propria identità viva malgrado
le dittature e la repressione culturale a grande scala" ma che, anche con
il recupero della democrazia "i governi di tutti i partiti tentano di
centralizzare e costruire un paese ispanico omogeneo". "Questo ha
convinto molti catalani che soltando il diritto all’autodeterminazione può
garantire la propria sopravvivenza politica, economica e culturale",
difende il Presidente.
Artur Mas assicura nel 'New Europe', settimanale di
Bruxelles, che il Tribunale Costituzionale "eliminò delle parti
fondamentali" dello Statuto di Autonomia del 2006. Inoltre, ricorda le
affermazioni del ministro della Cultura e la Pubblica Istruzione, José Ignacio
Wert, sulla spagnolizzazione dei catalani e assicura che ciò "illustra
chiaramente le priorità dello stato centrale" in materia.
Mas presenta la Catalogna come una "nazione
europea" che è stata "un ponte tra l’Europa ed il Mediterraneo".
"Come popolo, noi catalani, abbiamo sempre legato la nostra identità alla
cultura e l’apertura internazionale. Barcelona, la nostra capitale, è una
vibrante metropoli mediterranea, una gran destinazione per gli investimenti
stranieri, un centro di architettura gotica e modernista ed un magnete per
molti dei movimenti artistici dei secoli XIX, XX e XXI", descrive.
Il presidente della Generalitat difende nel articolo che il
movimento indipendentista "è stato liderato dalla nostra vibrante società
civile attraverso grandi manifestazioni in tutta la Catalogna" menzionando
quelle del 11 settembre 2012 e la Via Catalana del 2013. Secondo Mas, le
manifestazioni dimostrano che la "Catalogna non si accontenterà di
qualcosa che non sia un referendum di
autodeterminazione come quello concordato tra i governi britannico ed scozzese".
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