Voglio l’indipendenza fin da quando ero adolescente,
sempre con chiarezza d’idee su quello che volevo fosse il destino della mia
nazione. Mio nonno mi diceva sempre che ero una rivoluzionaria, infatti ancora
oggi me lo dice! Nel corso di tutti
questi anni, mostrare le mie idee e le mie speranze è stato molto difficile.
Nonostante tutto ho portato “Catalunya”
in fondo al cuore dovunque mi trovassi.
A scuola mi facevano parlare castigliano, all’universitá
tutti i miei libri erano in castigliano, per cercare lavoro anche il mio currículum
doveva essere in castigliano, come avvocata dovevo rivolgermi anche al giudice
in castigliano. Perché? Io sono catalana e la mia lingua materna è il catalano,
dunque non dovrebbe esistere nessuna ragione per tutta questa “assurdità” di
forzare l’uso del castigliano. Però sfortunatamente
la mia nazione è intrappolata dentro una ragnatela conservatrice e distruttiva,
tessuta dal regno della Spagna e dal suo governo. Questa ha un grande spessore,
mi potete credere. In piú, ci affogano,
asfissiano, spremono e opprimono da piú di 300 anni col fine di asciugarci!
Fortunatamente, noi siamo una nazione forte e abbiamo trovato dei percorsi per
sopravvivere!
Ho viaggiato abbastanza e dovunque mi trovassi dicevo sempre che ero catalana. Mio
marito é inglese della contea del Surrey e tutta la sua famiglia e amici sanno
che sono catalana, non spagnola… Ho sempre pensato che noi, i catalani,
dobbiamo essere i nostri migliori ambasciatori e fare che il mondo conosca la
nostra esistenza.
Perché la Catalunya non è Spagna, mai è stata e mai sará!
La nostra storia e le nostre tradizioni sono troppo lontane per essere
collegate. Il nostro parlamento é stato il piú antico di Europa e le nostre
leggi hanno le radici nel medioevo. Parliamo due lingue completamente
differenti. Noi siamo di pensiero aperto, lavoratori, sempre il nostro sguardo
volto avanti e siamo una nazione di accoglienza. Abbiamo
la nostra forma di fare le cose: la maniera
catalana.
Dopo la grande dimostrazione per le strade di Barcellona
l’ultimo 11 settembre per l’indipendenza, le cose sono un po’ cambiate: adesso
la mia nazione ha futuro! Possiamo vederlo chiaramente. Nessuno puó fermare un
grido democratico come quello del popolo catalano, se qualcuno lo facesse non
sarebbe per niente democratico. Per fortuna, “loro” non sono riusciti ad
ammazzare ne la nostra nazione, ne a noi il popolo, ne la cultura, nemmeno la
nostra lingua. Siamo molto vivi, positivi, speranzosi e incoraggiati! Dovunque
vada vedrai “estelades” (la nostra bandiera nazionale) e sono sorte molte associazioni
di volontari per raggiungere l’indipendenza. Io stessa sono parte di una di
queste associazioni senza scopo di lucro.
Il nostro primo obbiettivo sono state le elezioni 25 di
novembre. Dovevamo votare per mostrare al mondo che esiste un limite. La Spagna
e il suo governo fecero il tentativo di spaventarci e minacciarci usando il vecchio
discorso della paura. Ma tutti insieme come nazione siamo stati forti per farli
tacere. Quella domenica i votanti disegnarono un parlamento indipendentista: il
parlamento fú dipinto con i colori della nostra bandiera nazionale
(L’estelada). Noi i catalani, l’abbiamo fatto possibile.
E allora, il seguente obbiettivo. Non c’é piú ritorno: ci
sará un referendum, la Spgna lo voglia o meno. Viviamo nel secolo XXI, in un
mondo democrático, no ? E dopo potremo prendere le nostre decisioni e
incominciare a costruire un nuovo stato in Europa.
Allora il mondo intero dovrá ascoltare il nostro grido.
La Spagna cercherá di farci tacere però il nostro scopo é
tanto forte che sopravviverá.
Tutti sappiamo che sará un lungo percorso, difficile ma
ne vale la pena!
Desidero che ci sia un nuovo domani e un migliore futuro
per i miei figli e nipoti e per le nuove generazioni dove tutti potremmo essere
orgogliosi di essere catalani. Perché io sono orgogliosa di essere catalana.
La mia speranza : il futuro che arriverá
Il mio sogno: la libertá della mia nazione
Il mio desiderio: Catalunya un nuovo stato in Europa
Judit Clarasó
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