lunedì 15 luglio 2013

Gli elettori premiano il sovranismo e puniscono il federalismo, secondo un nuovo sondaggio ufficiale







Il barometro del CEO (organismo pubblico catalano di sondaggi) pubblicato il 20 giugno scorso, conferma il sondaggio del quotidiano El Periódico della precedente settimana. Il blocco sovranista è sempre più maggioritario. All’interno di questo blocco, il barometro rivela una tendenza al rialzo dei partiti con un discorso più fermo in favore dell’indipendenza. Il federalismo è il chiaro perdente. La traduzione elettorale che rappresenta tutto questo sarebbe una scossa enorme, nella quale ERC supererebbe CiU e la CUP salirebbe tanto quanto scenderebbe il PSC.


Si consolida il blocco sovranista
I dati che offre il barometro sono questi: ERC (sinistra indipendentista) duplicherebbe quasi la propria rappresentazione in Parlamento, e passerebbe da 21 seggi a 38 o 39; CiU (il partito di centro sovranista attualmente al potere) avrebbe un crollo considerevole e, invece dei 50 seggi attuali ne otterrebbe tra 35 e 37; il PSC (I socialisti federalisti vincolati al PSOE) scenderebbe da 20 a 16; il PP (conservatori unionisti, al potere a Madrid), da 16 a 13 o 14; ICV (sinistra alternativa favorevole all’autodeterminazione) manterrebe tra 13 o 14 deputati; Ciutadans (partito unionista radicale) crescerebbe da 9 a 12; e la CUP (sinistra alternativa indipendentista) duplicherebbbe i seggi da 3 a 6.
Il blocco sovranista, dunque, guadagnerebbe peso, perchè con questo risultato la somma dei partiti chiaramente sovranisti (CiU, ERC e la CUP) raggiungerebbe tra 79 e 82 deputati (la maggioranza assoluta è di 68), alcuni di più rispetto a quelli attuali, che oggi sono 74. E il blocco sovranista supererebbe di gran lunga i due terzi della camera se aggiungessimo ICV-EUiA, i quali non si pronunciano in maniera definitiva sul si o sul no all’indipendenza ma, comunque, scommettono chiaramente per l’esercizio del diritto all’autodeterminazione.
 El sondaggio del CEO chiede anche ai cittadini sul voto se domani si svolgesse un referendum per decidere sull’indipendenza della Catalogna. E il risultato dice che I favorevoli all’indipendenza crescono rispetto al mese di febbraio scorso. Se, allora, il si raggiungeva un 54,7%, adesso sale ancora fino al 55,6%, quasi un punto in più rispetto a quattro mesi fa e 4,5 punti in più rispetto a un anno fa.


L’opzione federalista perde sempre più forza
Secondo il sondaggio, circa un 80% degli elettori considera che l’autogoverno della Catalogna è attualmente insufficiente. I socialisti sono i grandi difensori dell’approfondimento dell’autogoverno trasformando la Spagna in uno stato federale, un’opzione che loro presentano come più realista rispetto all’indipendenza. Alcuni dirigenti moderati di CiU, minoritari, come il democristiano Duran i Lleida, difendono anche una soluzione confederata. Ma, il barometro del CEO indica che da più di un anno, il federalismo ha sempre meno sostenitori in Catalogna, in beneficio dell'opzione per uno stato indipendente.
Se si potesse scegliere tra tutti I modelli di Stato, un 47% vuole che la Catalogna diventi uno stato indipendente; un 22,8%, una comunità autonoma della Spagna (situazione attuale); un 21,2%, uno stato federale e un 4,6%, una regione della Spagna (cioè, senza quasi autonomia).
Questo, forse, si collega al fatto che a Madrid non si avvistano molti partidari di una trasformazione della Spagna in uno Stato federale: il PP è chiaramente contrario, E scommette piuttosto per la ricentralizzazione (vedere il progetto per la “semplificazione dell’amministrazione” presentato il 21 giugno in Consiglio dei Ministri). I partiti di sinistra sembrano più aperti da poco tempo, ma timidamente e con molte sfumature. I sondaggi mostrano, inoltre, che la popolazione spagnola fuori dalla Catalogna, vuole ricentralizzare lo Stato, come si evince dal rialzo di un partito chiaramente ricentralizzatore e nazionalista spagnolo come UPyD.
Se teniamo conto che la trasformazione in Stato federale richiederebbe la maggioranza dei 2 terzi del Parlamento spagnolo e la ratifica degli elettori mediante elezioni e referendum, sembra che la soluzione federale è tanto o più complicata di quella sovranista.
Pettanto, dal sondaggio osserviamo all’interno del blocco dei partiti in favore del diritto a decidere, un movimento degli elettori che tendono a spostarsi verso i partiti con un discorso più chiaramente favorevole al sovranismo. I voti persi da CiU vanno quasi tutti a ERC interamente, il quale raccoglie anche voti da altri partiti di sinistra. Il dissanguamento di voti del PSC non va verso Ciutadans ma finisce in astensione o verso ICV. E nell’insieme, ICV non cresce: pur mantenendo una scommessa più decisa per il diritto a decidere rispetto al PSC, una parte dei suoi votanti passano a CUP, che è più chiaramente indipendentista. 





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