Il barometro del CEO (organismo pubblico
catalano di sondaggi) pubblicato il 20 giugno scorso, conferma il sondaggio del
quotidiano El Periódico della precedente settimana. Il blocco sovranista è
sempre più maggioritario. All’interno di questo blocco, il barometro rivela una
tendenza al rialzo dei partiti con un discorso più fermo in favore
dell’indipendenza. Il federalismo è il chiaro perdente. La traduzione
elettorale che rappresenta tutto questo sarebbe una scossa enorme, nella quale
ERC supererebbe CiU e la CUP salirebbe tanto quanto scenderebbe il PSC.
Si consolida il blocco
sovranista
I dati che offre il barometro sono questi:
ERC (sinistra indipendentista) duplicherebbe quasi la propria rappresentazione
in Parlamento, e passerebbe da 21 seggi a 38 o 39; CiU (il partito di centro
sovranista attualmente al potere) avrebbe un crollo considerevole e, invece dei
50 seggi attuali ne otterrebbe tra 35 e 37; il PSC (I socialisti federalisti
vincolati al PSOE) scenderebbe da 20 a 16; il PP (conservatori unionisti, al
potere a Madrid), da 16 a 13 o 14; ICV (sinistra alternativa favorevole
all’autodeterminazione) manterrebe tra 13 o 14 deputati; Ciutadans
(partito unionista radicale) crescerebbe da 9 a 12; e la CUP (sinistra
alternativa indipendentista) duplicherebbbe i seggi da 3 a 6.
Il blocco sovranista, dunque, guadagnerebbe
peso, perchè con questo risultato la somma dei partiti chiaramente sovranisti
(CiU, ERC e la CUP) raggiungerebbe tra 79 e 82 deputati (la maggioranza
assoluta è di 68), alcuni di più rispetto a quelli attuali, che oggi sono 74. E
il blocco sovranista supererebbe di gran lunga i due terzi della camera se
aggiungessimo ICV-EUiA, i quali non si pronunciano in maniera definitiva sul si
o sul no all’indipendenza ma, comunque, scommettono chiaramente per l’esercizio
del diritto all’autodeterminazione.
El sondaggio del CEO chiede anche ai
cittadini sul voto se domani si svolgesse un referendum per decidere
sull’indipendenza della Catalogna. E il risultato dice che I favorevoli
all’indipendenza crescono rispetto al mese di febbraio scorso. Se, allora, il
si raggiungeva un 54,7%, adesso sale ancora fino al 55,6%, quasi un punto in
più rispetto a quattro mesi fa e 4,5 punti in più rispetto a un anno fa.
L’opzione federalista
perde sempre più forza
Secondo il sondaggio, circa un 80% degli
elettori considera che l’autogoverno della Catalogna è attualmente
insufficiente. I socialisti sono i grandi difensori dell’approfondimento
dell’autogoverno trasformando la Spagna in uno stato federale, un’opzione che
loro presentano come più realista rispetto all’indipendenza. Alcuni dirigenti
moderati di CiU, minoritari, come il democristiano Duran i Lleida, difendono
anche una soluzione confederata. Ma, il barometro del CEO indica che da più di
un anno, il federalismo ha sempre meno sostenitori in Catalogna, in beneficio
dell'opzione per uno stato indipendente.
Se si potesse scegliere tra tutti I modelli
di Stato, un 47% vuole che la Catalogna diventi uno stato indipendente; un
22,8%, una comunità autonoma della Spagna (situazione attuale); un 21,2%, uno
stato federale e un 4,6%, una regione della Spagna (cioè, senza quasi
autonomia).
Questo, forse, si collega al fatto che a
Madrid non si avvistano molti partidari di una trasformazione della Spagna in
uno Stato federale: il PP è chiaramente contrario, E scommette piuttosto
per la ricentralizzazione (vedere il progetto per la “semplificazione
dell’amministrazione” presentato il 21 giugno in Consiglio dei Ministri). I
partiti di sinistra sembrano più aperti da poco tempo, ma timidamente e con
molte sfumature. I sondaggi mostrano, inoltre, che la popolazione spagnola
fuori dalla Catalogna, vuole ricentralizzare lo Stato, come si evince dal
rialzo di un partito chiaramente ricentralizzatore e nazionalista spagnolo come
UPyD.
Se teniamo conto che la trasformazione in
Stato federale richiederebbe la maggioranza dei 2 terzi del Parlamento spagnolo
e la ratifica degli elettori mediante elezioni e referendum, sembra che la
soluzione federale è tanto o più complicata di quella sovranista.
Pettanto, dal sondaggio osserviamo
all’interno del blocco dei partiti in favore del diritto a decidere, un
movimento degli elettori che tendono a spostarsi verso i partiti con un
discorso più chiaramente favorevole al sovranismo. I voti persi da CiU vanno
quasi tutti a ERC interamente, il quale raccoglie anche voti da altri partiti
di sinistra. Il dissanguamento di voti del PSC non va verso Ciutadans ma
finisce in astensione o verso ICV. E nell’insieme, ICV non cresce: pur
mantenendo una scommessa più decisa per il diritto a decidere rispetto al PSC,
una parte dei suoi votanti passano a CUP, che è più chiaramente
indipendentista.
Fonte: Vilaweb (adattamento)
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