Se qualcuno guarda, dall’esterno, l'abbondante letteratura
generata dalla questione catalana nell’opinione pubblicata spagnola recente si
renderà conto di un fatto sorprendente: la scarsità di testi con tesi
rispettose contro il processo sovranista e la quantità enorme di quelli che ne
parlano a sfottò, insultano, disprezzano e scherniscono.
E non parlo di commenti anonimi. Sto parlando di articoli
firmati da personalità politicamente e intellettualmente rilevanti, che su
questa questione usano un tono displicente ed irato. Sono strani – non
inesistenti, ma scarsi- i testi nei quali si replica alle tesi dei sovranisti
catalani allo stesso livello, dalla discrepanza radicale, ma rispettosa. Sono
invece abbondantissimi i testi scritti guardando dall’alto in basso, con un
tono beffardo e superbo di chi si crede superiore e deve parlare con un bambino
che propone cose assurde, che non meritano neanche di argomentare contro: è
sufficiente dire.. perchè no !.
L'antologia degli insulti e dei disprezzi è interminabile. Artur
Mas è stato descritto letteralmente come un matto, uno squilibrato, un
megalomane patologico. L’insieme dei catalani, non già indipendentisti ma non
abbastanza caldamente unionisti, è percepito e presentato come l’addizione di
pochi cinici bastardi che manipolano gli altri per i propri interessi e di
molti imbecilli senza cervello che credono a tutto quello che si dice,
modellati come se fossero di gomma.
I catalani sono impazziti. Una malattia mentale assurda li porta
a vedere allucinazioni. Non è qualcosa che si dice ogni tanto. Viene ripetuta
costantemente ed è diventato uno dei fondamenti del discorso.
Per non parlare dei paragoni tra il sovranismo ed il nazismo,
tra Mas e Hitler: insultanti per i catalani ma ancora più insultanti per le
vere vittime del nazismo, che vedono banalizzata la loro tragedia. E non parlo
neanche dell’assurda caricatura della Catalogna come un mondo con pensiero
unico dove soltanto si possono sentire voci indipendentiste.
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