venerdì 14 marzo 2014

L'endofobia e la estrema destra spagnola



Alcuni non riescono a capire perchè in Spagna la estrema destra non ha la stessa forza, quanto meno, che ha più a nord; soprattutto vedendo gli indici di disoccupazione e di immigrazione. Dobbiamo spiegare che gli estremisti di destra spagnoli sono così imbuiti dall’endofobia che non resta molto spazio per la xenofobia.
Avevo proposto il concetto di endofobia nel 2003 in un lavoro che è rimasto nei cenacoli accademici. Forse è ora di condividerlo con gli altri umani. Si tratta di un concetto complementare a quello della xenofobia. Partendo dall’idea che il xenofobo rifiuta la persona diversa escludendola dalla propria comunità ('ti riconosco il diritto di essere diverso e ti nego il diritto di far parte del mio mondo'), l'endofobo rifiuta il diritto di essere differente di una persona che riconosce come membro del suo mondo  ('ti riconosco come membro del mio mondo e ti nego il diritto di essere diverso da come io ti identifico').
Esempi di endofobia sarebbero la persecuzione delle forme di vivere la sessualità che uno disapprova per motivi religiosi o morali, l'assassinio dei bahaisti in Iran (non riconoscono che possano essere di una religione diversa e li considerano musulmani apostati) e l’odio alla diversità linguistica, che i catalani conosciamo tanto bene. Il rifiuto della differenza che porta ai neo-fascisti di volere spagnolizzare i bambini catalani ed i talibani delle reti con il solito cliché 'vediamo cosa dice la tua C.I.' non è altro che la versione moderna del DNA distillato per l’odio ai mori, ebrei, 'cristiani nuovi' o 'afrancesados' (epiteto per designare i “traditori” seguaci di Napoleone)...
Il xenofobo vuole espellere il diverso. L'endofobo lo vuole 'guarire', nasconderlo nelle carceri o normalizzarlo (conversione forzata al cattolicesimo, spagnolizzazione), ma non rinuncia ad uniformarlo.
Non nego che la estrema destra spagnola non sia xenofoba, ma il sentimento endofobo anticatalano e antibasco è così potente che si sentono (o si sentivano, fino a poco fa) perfettamente rappresentati dal partito neo-franchista di destra che ha favorito la castrazione simultanea dello statuto e dello “spirito della transizione” (meglio diremmo fantasma). Non è un caso che in Catalogna si manifesti, anche se con poco seguito, una delle espressioni del razzismo xenofobo più omologabile a quelle europee (la Piattaforma x Catalogna): qui l’anticatalanismo è auto-odio e lascia spazio alla xenofobia.
Non è nemmeno un caso che nella 'spiaggia di Madrid' (il nostro paese Valenziano, con tre autostrade gratuite e tre TAV per assicurare la valanga umana che snatura) si siano spesi tanti sforzi per ottenere che i coloni della capitale del regno, quando fanno le ferie nelle coste valenziane, non si sentano esposti alla malignità dei canali radio e TV in catalano.
Personalmente, mi sembra più aggressiva l’endofobia della xenofobia. Quest’ultima rifiuta il diverso ma ne rispetta la diversità. La prima, invece, vuole annichilire la diversità. Deve essere molto soggettivo: bisognerebbe vedere quanti omossessuali incarcerati o sottomessi a 'terapie' in tutto il mondo non preferirebbero l’esilio al carcere, l'occultamento, l'armadio... quanti bahaisti non preferirebbero l’esilio alla morte. Mi fa pensare anche il fatto che la xenofobia si arrende ai soldi mentre l’endofobia no: abbiamo visto stadi di calcio che smettevano d’insultare certi giocatori quando il proprio club veniva acquistato da uno sceicco svagato. Invece, abbiamo tantissimi esempi di ditte “Catalana di Gas” costrette a cambiare il nome (per molta richezza, prosperità, luoghi di lavoro, o altro che offrano) se vogliono operare in Spagna.
Se questa analisi è corretta, vedremo evolvere le situazioni:
—Nella Catalogna indipendente, man mano che ci si normalizzerà (per esempio, il non dover chiedere scusa per il fatto di avere un’identità: come uno svizzero o un olandese), la xenofobia raggiungerà livelli omologabili all’Europa.
—Nello stato erede della Spagna attuale (FKoS, Former Kingdom of Spain), la scoperta che esistono altre diversità che finora non avevano dato loro preoccupazione, esacerberà l’endofobia contro i balearici ed i valenziani ('ci mancherebbe che adesso questi pensino di fare come hanno fatto i catalani'). Se questo contribuisce a riaffermare l’identità propria dei valenziani e degli insulari, forse la Spagna finirà per raggiungere il suo sogno di essere una sola nazione (i baschi ed i galleghi si trovano in fasi molto avanzate di assimilazione, forse irreversibili).
—Se il FKoS finisce per essere mono-nazionale, sia per la strada dell’assimilazione con genocidio linguistico e culturale, sia per la strada dell’emancipazione dei valenziani e balearici, dopo poco tempo seguirà la scia dei principali stati europei, con gruppi xenofobi che si renderanno più visibili.
Dato che la Repubblica Catalana potrà esigere, in adempimento alla Carta Europea delle Lingue Regionali o Minoritarie, che vengano ristabilite immediatamente le trasmissioni in catalano in tutte le zone dove si parla il catalano sotto amministrazione spagnola, non mi sorprenderebbe che una delle prime decisioni del FKoS, una volta liberata la Catalogna, sia quella di annullare la ratifica della suddetta Carta.
Sicuramente, dopo alcuni anni di consolidamento dell’indipendenza, quando gli spagnoli si renderanno conto che ad ogni passaggio di una nuvola non si vedrà più il sole in quello che rimarrà del loro Impero, si passerà dalla frase 'cosa dice la tua C.I.' alla frase 'vattene alla Catalogna, polacco di merda'. 

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