martedì 17 dicembre 2013

Lettera aperta ai giornalisti italiani ( e a tutti gli altri)

Sono una cittadina italiana nata a Barcellona. La cittadinanza l’ho acquisita più di 20 anni fa, per aver sposato un cittadino italiano. Rispetto a un italiano di nascita io ho giurato fedeltà all’Italia nella mia città di residenza, in una piccola stanza del Comune, dove l’emozione e la responsabilità per le parole pronunciate dal sindaco erano palpabili. Mai mi sono pentita di quella scelta in questi anni, ho imparato ad amare l’Italia, i suoi difetti ed i suoi pregi.


Ma, come tutti i migranti del mondo, il mio cuore è diviso in due. Io sono di Barcellona, sono catalana. Ed in questo momento, la Catalogna mi chiama. I miei familiari, le mie radici sono là. E la Catalogna ha iniziato un processo che, per volere dello Stato spagnolo, è diventato un conflitto.


E ora la Catalogna non solo chiama me, ma sta chiedendo al mondo ascolto. Badate bene, cari giornalisti italiani, ho detto ascolto… non ho detto sostegno.


E mentre tutte le più importanti testate del mondo e le più importanti penne giornalistiche, in particolare anglosassoni, pubblicano articoli, studi, editoriali e organizzano dibattiti sulla Catalogna… cosa fanno i giornalisti italiani? Tacciono o, al massimo, riportano filo per segno i comunicati stampa dello Stato spagnolo che, per definizione, non invitano all’ascolto della controparte.


Si. Lo so. Ci sono tante notizie che arrivano dal mondo. L’attualità Vi sommerge con una marea enorme d’informazioni. Ma siete Voi a scegliere i salvagenti, siete Voi a selezionare la notizia da portare a galla e quella da lasciare affondare nell’oblio.


Perché questa scelta? Perché la scelta del silenzio? Lo so, avete paura di svegliare il can che dorme leghista. Ma questa è una rozza e banale scusa. E’ facilissimo distinguere i due fenomeni: in Catalogna ci sono 2.000.000 di manifestanti che sostengono i politici, che hanno spinto i politici verso posizioni più “convinte”. In Catalogna il 84% della gente vuole andare a votare ed il 56% ha dichiarato di voler votare SI in un referendum. Sono due cose distinte, la Catalogna ed il leghismo. Perché Vi ostinate a considerarli alla stessa stregua?


Giovedì, il presidente della Catalogna Artur Mas, in accordo con tutte le forze politiche sovraniste (quasi due terzi del Parlamento catalano), ha reso pubblica la data e la domanda (in realtà, due domande) per il referendum.


Tutto il mondo dell’informazione all’estero si è mobilitato, hanno pubblicato, hanno parlato di noi, alcuni contro, molti a favore, ma Voi… Voi non sapreste nemmeno spiegare perché, sempre più, aumentano questi simpatizzanti. E non sarò io a dirvelo. Siete giornalisti, no? E allora, informateVi … che diamine!


Non me la prendo con chi si dichiara contrario alle tesi catalane… anzi! da tempo stiamo cercando argomentatori e argomentazioni valide contrarie per poterci misurare con essi, visto che dallo Stato spagnolo arrivano solo minacce….


Io me la prendo con chi non pubblica l’altra faccia della medaglia, l’altra campana, l’altra visione delle cose, …. Me la prendo con la Vostra parzialità, soprattutto perché è frutto della Vostra ignoranza. L’agenzia Ansa ha detto che il referendum non si farà. Quindi, per Voi tutto a posto. Notizia inesistente. Non pubblicabile. Basta. Stop a questi noiosi catalani, che tolgono spazio all’informazione vera.


E invece Vi dico che il nazionalismo catalano è rispettabile, si cari miei giornalisti italiani, rispettabile perché è pacifico, perché le sue rivendicazioni risalgono a più di 300 anni fa, perché è un progetto di unione di tutte (o quasi) le forze politiche, perché nasce da un desiderio sincero di costruire uno stato migliore, perché è inclusivo della popolazione migrante (tantissimi) arrivata dalla Spagna o da altre parti del mondo che partecipa a questo progetto e non se ne sente esclusa, perché non c’entra con il razzismo, né con l’intolleranza. Non c’entra la crisi economica, c’entra la dignità di un popolo….


Cari giornalisti italiani, Gandhi diceva del governo britannico, “prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci”.


La Spagna ha smesso già da tempo di ignorarci, ci derideva fino a poco fa, ha cominciato a combatterci e poi… vedremo.


Ma Voi cari giornalisti italiani, siete ancora nella prima fase, quella della negazione, e non capite perché la Spagna è andata avanti. Quando Vi esploderà in faccia la bomba informativa, non avrete né i mezzi né il bagaglio sufficiente per analizzare cosa sarà successo, perché senza i precedenti non si capiscono i risultati. E, frutto del Vostro disorientamento, nemmeno il pubblico italiano capirà.


Il mio cuore è diviso a metà. Una metà chiama, l’altra spera delusa che l’Italia ascolti.


Con l’augurio di un anno 2014 pieno di belle notizie, Vi saluto.




Angels Fita

Per altre informazioni, Vi rimando a

http://blogs.mediapart.fr/blog/stephane-riand/051213/lettre-ouverte-aux-journalistes-suisses-et-tous-les-autres

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