sabato 7 dicembre 2013

Com distinguere il dialogo da una presa per i fondelli

Così tanto a favore, ma tanto, ma così assolutamente difensore del dialogo, che considero offensivo il nominare dialogo una cosa che non lo è.


Chi difende il dialogo, chi lo ama, chi lo trova primordiale, essenziale, chi ne fa una bandiera e lo prende seriamente deve irritarsi per forza quando qualcuno si riempie la bocca del concetto per dire invece il contrario. O quando qualcuno vuole imporre argomenti e vietarne altri. O dimentacare da dove proviene la trattativa, eliminare i precedenti della conversazione, cominciare da dove conviene ed ignorare quello che non interesa.


Mas aveva chiesto di dialogare sul patto fiscale e in quei tentativi -frustrati- di dialogo avvisò che se non si facevano passi avanti in quel senso avrebbe intrapreso la strada dello stato proprio. E dopo, indisse elezioni con la promessa ferma di andare avanti in quel senso ed assunse un mandato chiarissimo con questa tabella di marcia. E non altre. E adesso, ovviamente, chiede di dialogare sulla consultazione. Come aveva avvertito.


Quando qualcuno risponde: d’accordo a dialogare ma con la condizione di ritirare l’idea della consultazione, non si fa un’offerta di dialogo, ma ci prendono per i fondelli. Proporre questo è ammettere che non hanno ascoltato nulla da mesi. E’ una mancanza di rispetto all’interlocutore dell’altra parte.


Bisognerà essere molto accurati con il linguaggio. Non dovremo prendere sul serio chi crede di poter appropriarsi delle parole per manipolare i fatti. Ogni passo rimane scritto, c’è la memoria, tutto rimane registrato premiando i coerenti, sottolineando le giravolte, denunciando i bari.


Il dialogo si difende dialogando davvero, non riempiendosene la bocca senza praticarlo.

CARLES CAPDEVILA - 29/10/2013 – ara.cat







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