martedì 3 dicembre 2013

Le due fallacie



Nació Digital.cat – Laia Balcells 

Nel corso di questi ultimi mesi si sono diffuse due fallacie negli ambienti anti-indipendentisti. Queste nascono in tempi lontani e non rappresentano nessuna novità, nemmeno quando sono formulate con grande abilità narrativa, da scrittori di successo e pluri-premiati. Pertanto, non è difficile smontarle con un minimo di conoscenze storiche e sociologiche, oltre a una bella dose di buon senso. 

Una prima fallacia è che il sovranismo è frutto della manipolazione delle élites, che riescono ad addottrinare i bambini attraverso la scuola, i grandi mediante la televisione e gli altri non si sa con quali altri metodi segreti. In questo primo inganno ci sono due errori fondamentali. Il primo è di credere che la cittadinanza sia completamente malleabile e senza criterio proprio; il secondo è di pensare che i partiti sovranisti abbiano capacità di manipolazione mentre gli altri non hanno strumenti alla loro portata per formulare discorsi favorevoli alle proprie tesi. Il principale problema di questa teoria non è tanto quello di credere che i partiti manipolano quanto di considerare che alcuni partiti lo fanno più di altri. 

La vera ragione della vittoria del discorso sovranista non è la capacità erestetica di CiU, ERC o delle CUP, ma è la realtà dei fatti che ha portato la maggioranza della gente a sentire questo discorso come più credibile e desiderabile. Allo stesso modo che, dieci anni fa, prevalevano le tesi federaliste ed il sovranismo era relegato alla marginalità, il fallimento del modello federale spagnolo (reso palese con la sentenza del Tribunale Costituzionale del 2010) ha fatto diventare il secondo discorso più riuscito del primo. 

Una seconda fallacia è che il nazionalismo catalano è una questione borghese. Questa è stata addobbata da diversi storici, sociologi e politologi da moltissime decadi ed è derivata in discorsi surrealistici come quelli che i castigliano-parlanti sono marginati in Catalogna. Questo approccio è forse più facilmente esportabile in quanto disegna una minoranza castigliano-parlante all’interno della Catalogna come vittima ed è coperto da una certa catalanofobia ed una percezione caricaturesca dei catalani come commercianti avari ed etnocentrici. Questa tesi è legata alla spirale di silenzio che porterebbe ad una sorta di "totalitarismo soft" dove le classi lavoratrici non osano rivelare le proprie preferenze per la paura generata dai malvagi commercianti e dal pensiero unico. Tutto quanto ottimo per farne un romanzo ma, difficilmente credibile se si ha una certa conoscenza della realtà locale ed è facilmente smontabile con un’analisi rigorosa dei dati. Esperti come Francesc Amat, Jordi Muñoz, Lluís Orriols o Ivan Serrano, ad esempio, hanno mostrato in diversi articoli scientifici e divulgativi come l’aumento delle preferenze sovraniste degli ultimi mesi è avvenuto in forma trasversale. Malgrado ci sia una relativa maggiore presenza del sovranismo tra la classe media, le preferenze per l’indipendenza sono sempre più presenti in tutte le classi sociali, categorie di rendita e di età. Vale a dire que questi risultati si mantengono consultando i sondaggi CEO, quelli CIS o le agenzie di sondaggi private con sede a Madrid. Pertanto, non sono compatibili con la teoria di una sorta di Stasi catalana che altera i risultati dei sondaggi in favore del sovranismo. 


E’ comprensibile che quelli che sono contro l’indipendenza vogliano utilizzare discorsi che, finora, erano apparsi fruttiferi nel difendere la loro idea fuori dalla Catalogna. In fin dei conti, i loro principali alleati sono fuori dalla Catalogna. Tuttavia, le fallacie finiscono per essere scoperte. Inoltre, sebbene nello Stato spagnolo questi discorsi riscuotono ancora successo, all’estero non si comprendono tanto facilmente. Infatti, dall’estero la Spagna viene percepita sempre più come un paese immerso in una profonda crisi economica, politica ed istituzionale e l’indipendenza della Catalogna è vista come qualcosa di meno improbabile. Quelli che sono contro l’indipendenza farebbero bene, quindi, ad abbandonare delle vecchie fallacie e a generare nuovi messaggi un poco più compatibili con la realtà vissuta in Catalogna. La storia ci dimostra che, alla fine, il delirio si paga molto caro.

0 comentaris:

Posta un commento