mercoledì 20 novembre 2013

Per quando venga un altro giugno

L'11 di settembre, anche il cielo si arrese . Ero uno straniero in una terra che mi ha accolto . Una Terra sa quando un popolo si alza in piedi per difenderla . Una Terra che si è imposta a nuvole e pioggia . Una terra che trasuda sudore ,sangue e cultura. Sulla strada, fra i palazzi , nell’ erba, con le caviglie nel fango e all'ombra degli alberi . Una terra ed i suoi confini abbracciati da un cordone ombelicale fatto di mani e dita che si stringono . Sorrisi , cani abbaiando ,auto parcheggiate. Una Terra che tornerà a trionfare . Una mattina fredda. Barcellona in attesa, Sabadell meno grigia , la Selva colorata d’un verde nuovo. Le quattro barre coronate con la stella. L’effige presente. L’effige al vento. L'emozione che si respira. Un momento che è così denso da potersi tagliare con un coltello. Le falci affilate pronte per un altro giugno. La linea di un orizzonte fatto di teste, code, capelli. Con le spalle al nemico. Il volto al futuro. Magliette gialle dappertutto. Il popolo come un girasole che si apre. Il popolo unito. Come un serpente che anche senza mordersi la coda sembra infinito. La più alta espressione della democrazia. Una voce che vale più di mille parole. Un continuo non dimenticare. La memoria si fa presente. I giganti e le Senyeres. Lluís scalzo versando il suo sangue per i suoi ideali. Il grande Nonno difendendo gli stessi ideali di Lluís. La morte è tale solo se si accetta. I ricordi non muoiono mai. L'inno rimbomba a migliaia di chilometri . La Terra ha un nome. Radici immaginarie scendono in profondità nel fango e fra le pietre. Le 17:14. Sconosciuti che si danno le mani. Sconosciuti che non sono più tali. Lacrime. Ora è il tempo dei mietitori. Il serpente si muove. Mostra i denti. Canta la sua storia. L'adrenalina aumenta. Che tremi il nemico. Casanova, la vendetta catalana, Roger de Flor ,il generale Moragues e gli Almogavars. Sentirsi uno di loro. Sentirsi catalano. Quando l'identità è sinonimo della fede che si sceglie di abbracciare. Mi sento catalano. Visca la Terra. Lliure.

Riccardo Cabbia

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