sabato 25 maggio 2013

Rajoy mente




Il governo spagnolo mente con le cifre e non rispetta la legge

L'inganno dell'esecutivo di Mariano Rajoy che oggi ha scoperto questo giornale ha una rilevanza singolare. Madrid concordò con Bruxelles che la Spagna potesse raggiungere un deficit del 6,5% del PIL nel 2013, ma il ministro Cristóbal Montoro disse a tutti che il limite era del 6,3%, ed impose alle autonomie un tetto dell’1,2%. Questi due decimi di differenza, che il governo spagnolo ha nascosto come un imbonitore della Rambla qualsiasi, non sono per niente trascurabili. Suppongono, tradotto in soldi, circa 2 miliardi di euro che lo stato si riserva per sè invece di dedicarli ad alleviare la drammatica situazione finanziaria delle autonomie, specialmente le più dinamiche, quelle dell’arco mediterraneo, come la Catalogna ed il Paese Valenciano.

Come si può pretendere di intavolare una trattativa seria con un governo che si comporta in questo modo e manipola le cifre per il proprio vantaggio? Mariano Rajoy salì al potere con l’aura di essere un governante affidabile e serio, che si presentava con la verità in mano. La realtà è tutt’altra. Il governo del PP è sleale, manipolatore ed autoritario. Infrange le sentenze del TC quando gli conviene, fa esattamente l’opposto di quanto promesso in campagna elettorale, pratica –come ha denunciato il consigliere catalano di economia Mas-Colell- l'imposizione “ordino e commando” con le autonomie, e adesso, in più, sappiamo che mente con le cifre.

Il dramma è che le decisioni non si prendono seguendo criteri economici ma strettamente elettoralistici. La disputa tre i baroni del PP sul tetto di deficit è un buon esempio. Gli agenti economici catalani ieri davano supporto all’esecutivo catalano sulla richiesta di un margine di deficit più alto per non asfissiare l’economia. Il buon senso consiglia di non punire più il motore che tira in economia (la crescita delle esportazioni catalane è una delle poche buone notizie che abbiamo). Ma adesso sappiamo che il governo spagnolo, oltre a commettere l’enorme errore di maltrattare la Catalogna, mente nella forma più spregevole.

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