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San Giorgio della mia adolescenza in pieno franchismo era un giorno di
riaffermazione nazionale, nel quale in modo festoso le persone che circolavamo
sulle strade sapevamo che di esprimere la volontà di essere. Le novità nei
libri di narrativa, saggistica e in discografia in catalano coi grandi miti
della letteratura, del saggio o della canzone in piena forma erano un regalo
indefinibile. Durante gli ultimi anni del franchismo, con l'esistenza della
piattaforma unitaria dell'Assemblea della Catalogna, la giornata assunse una
dimensione politica più esplicita di lotta per la libertà.
Negli
anni '60 si pubblicavano i dischi dei cantanti melodici catalani, del
recentemente deceduto José Guardiola, Ramon Calduch e altri, soprattutto con
adattamenti delle hits italiane. I primi dischi dei Setze Jutges e di Raimon.
Alla fine degli anni 60, il Grup de Folk con le canzoni Pau Riba e di Jaume
Sisa. E all'inizio dei '70 il boom di Llach, Serrat, Ovidi, Maria del Mar Bonet
etc. La buona letteratura dell'epoca assieme alle opere che segnarono le mie
letture dell'epoca. Da Mercè Rodoreda, Joan Sales, Pere Calders, Joan Perucho,
Josep-V Foix, Pere IV, Espriu... E tra i classici, le opere complete di Salvat
Papasseit. E i primi libri delle persone con le quali condividevo militanza o
simpatie per il PSAN: Jaume Fuster, Quim Monzó, M Antònia Olivé, Xavier Bru de
Sala, Joan Rendé, Ramon Solsona, Pep Albanell...
La
giornata di Sant Giorgio vissuta anche dalle organizzazioni giovanili:
scoutismo, centri escursionistici come un'opportunità di finanziare i campi
estivi vendendo rose. Di solito con dei calcoli non adatti al mercato: a
mezzogiorno avevamo già finito le rose oppure arrivati alla sera le restanti
dovevano essere vendute scontate.
E
tutto questo nella mia città, nel cuore della vita, dalla Piana di Om e il Born
alla passegiata di Pere III e via Guimerà. Centro nevralgico del commercio dove
le bancarelle delle librerie emblematiche dell'epoca - non ne rimane più
nessuna, di quelle - il Símbol, la Xipell, erano rafforzate da vari
collaboratori reclutati tra amici e conoscenti.
Il
paesaggio visuale si riempiva in modo discreto ma inarrestabile di bandiere
catalane utilizzate come gonne delle tavole, segnalibri o in combinazioni di
fiori. Il paesaggio comunicativo respirava per un giorno un odore di libertà,
con la maggior parte dei giornalisti spagnoli -gli unici- che riempivano i
pochi spazi di libertà per superarli.
Questi
sono i miei nostalgici Sant Giorgio. desidero solo che da pochi anni possa
prescindere della nostalgia per descrivere le giornate attuali, perché possiamo
viverele con normalità. Quella che dà solo la libertà.
Josep
Huguet
@Josep_Huguet
Ex ministro del Governo della Catalogna (2004-2010),
Presidente della Fondazione Irla,
Ingegnere industriale.
Traducció
de Maria Barceló
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