martedì 12 marzo 2013

“La patria vale di più della democrazia”: un generale spagnolo giustifica in questo modo un intervento militare in Catalogna.


Il generale dell’esercito Juan Antonio Chicharro, durante un atto pubblico, ha assicurato che “c’è un sentimento generalizzato di preoccupazione, paura, incertezza e confusione” tra i militari per “l’attuale offensiva separatista-secessionista” catalana. Ha poi continuato sostenendo che “la patria viene prima ed è più importante della demcrazia”.

Stando a quanto riporta “'El País”, Juan Antonio Chicharro, comandante generale della Marina militare fino al dicembre del 2010, ha rilasciato queste dichiarazioni durante un atto celebrato a Madrid lo scorso 6 febbraio, davanti a un centinaio di persone. Il titolo del dibattito era “Forze armate e ordinamento costituzionale”, durante il quale sono intervenuti anche il presidente della ‘Sala Militar del Tribunal Supremo’, Ángel Calderón, il rettore della Universitat Rei Juan Carlos, Pedro González-Trevijano, e il magistrato e direttore della ‘Revista Jurídica Militar’, José Antonio Fernández Rodera, che ha presentato l’evento.

La famosa testata spagnola assicura che, secondo le testimonianze di diversi presenti, Chicharro ha assicurato che “in circostanze normali avrebbe declinato l’invito all’evento”, ma che “l’attuale offensiva separatista-secessionista” lo obbligava a “parlare”. “La patria viene prima ed è più importante della democrazia. Il patriottismo è un sentimento e la Costituzione non è altro che una legge”. Ancora più sorprendente, però, è stata la reazione del pubblico, che durante il discorso gridava “Bravo! Bravo!”.

Il miliatare ha fatto una lettura personale della Costituzione e ha fatto capire che, davanti a una situazione che metta in pericolo “l’unità indissolubile della nazione spagnola” i militari dovrebbero intervenire su propria iniziativa, anche se il governo spagnolo non lo richiede: “una cosa è la normativa, un’altra la prassi”. L’evento si è svolto normalmente fino all’intervento di Chicharro, fino a tre anni fa comandante generale di un corpo con più di 4000 militari, che non ha nascosto che il suo discorso fosse un discorso ben preparato. Infatti, ha persino osato dare la propria versione della Costituzione, dicendo che “l’articolo 8.1 non implica l’autonomia delle Forze Armate”, alludendo al mandato che affida all’esercito la missione di “difendere l’integrità territoriale e l’ordinamento costituzionale”. Chicharro ha chiesto al Tribunale Costituzionale spagnolo e al Governo di difendere la Costituzione, così come – secondo lui – si legge all’articolo 97 della Costituzione stessa, dove a questi organi viene attribuita la direzione “dell’amministrazione civile e militare”.

L’unico militare presente all’atto parlava al condizionale e suggeriva le risposte a mo’ di domande. Successivamente, però, si è lanciato nella formulazione di una teoria per giustificare il colpo di stato. Il problema si porrebbe, ha spiegato, “se i responsabili della difesa della Costituzione non si comportassero come richiesto dalla funzione che svolgono”. E proprio questa affermazione lo ha portato a chiedersi “qual è il rango normativo del titolo preliminare della Costituzione”. Non l’ha detto, ma l’ha lasciato capire: l’articolo 8.1 è la parte principale della Costituzione, mentre non lo è l’articolo 97, che determina la subodinazione al Governo delle Forze Armate, e secondo il quale quindi il suo potere sarebbe minore.

Il generale ha proseguito offrendo ipotesi e immaginandosi cosa succederebbe se il PP (il Partito Popolare, attualmente al governo in Spagna) perdesse la maggioranza assoluta alle prossime elezioni e i nazionalisti pretendessero, in cambio del proprio sostegno, la riforma dell’articolo 2 della Costituzione, che parla di unità indissolubile della nazione spagnola. “Cosa fanno, allora, le Forze Armate?”, e poi ha continuato: “una cosa è la normativa, un’altra è la prassi”. L’unica autorità che, a quanto sembra, non è stato oggetto della sua revisione costituzionale è il Re, convertito – come nel famoso golpe del 23 febbraio 1981, conosciuto come 23-F, organizzato da alcuni militari – nel comandamento effettivo delle Forze Armate.

Durante l’evento la maggior parte delle domande, comunque, sono andate ben oltre quelle del generale Chicharro. “L’alternativa alla Costituzione è un suicidio collettivo”, ha avvertito il professore González-Trevijano.

Occorre infine dire che Chicharro non è più in carica, ma non si è ancora ritirato.

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