mercoledì 6 marzo 2013

Gli oneri della Catalogna causati della politica economica spagnola (al di là del deficit fiscale)

Il bilancio del 2013 sarà critico a causa della congiuntura economica e finanziaria della Catalogna e del resto della Zona Euro: per la Catalogna la situazione sarà ulteriormente peggiorata da alcune decisioni del governo spagnolo. E' conveniente analizzarle una per una perché ciascuna di esse ha un effetto negativo sui conti della Catalogna, la cui amministrazione, in prima linea, presta i servizi pubblici propri dello Stato Sociale: scuola, salute e assistenza.

Di seguito gli impegni non onorati e le insolvenze del Governo spagnolo nei confronti della Catalogna:

- Finanziamenti non onorati relativi agli investimenti in infrastrutture per gli anni 2008, 2009 e 2010 riportati della “Disposició Addicional Tercera” dello Statuto dell'Autonomia, con un impatto di 1,689 miliardi di euro.

- Pagamenti non corrisposti relativi allo stesso bilancio autonomico, relativi al 2013, per un controvalore di 661 milioni di euro.

Di seguito invece gli incrementi di spesa causati da altri provvedimenti:

- Entrate ridotte que lo stato centrale invia per spese fisse, molte delle quali rese obbligatorie dallo stesso governo, e che la Generalitat s'è trovata costretta a compensare parzialmente: 661 milioni di euro.

- Aumento dell'IVA a carico del governo della Catalogna e che entrerà nelle casse dello stato centrale (ovviamente per lo stato centrale l'aumento dell'IVA è neutrale in quanto è un'imposta che paga a se stesso): 66 milioni di euro.

Boicottaggio dell'utonomia fiscale della Generalitat:

- Istanze di incostitizionalità che sospendono l'applicazione di determinate imposte e tasse approvate dalla Generalitat, in virtù dell'autonomia fiscale riconosciuta dalla Costituzione e dallo Statuto dell'Autonomia. Solo la sospensione dell'imposta sui depositi bancari a carico degli enti finanziari provocherà un saldo negativo di 500 milioni di euro sul bilancio del 2013.

Blocco dell'indebitamento:

- Limite di deficit fissato allo 0,7% su un totale statale del 4,5%, contrariamente alle raccomandazioni del Parlamento Europeo ed non proporzionali alla partecipazione delle Comunità Autonome all'insieme della spesa. Applicando invece il criterio di proporzionalità, il tetto del deficit dovrebbe essere dell'1,7%, il che annullerebbe la necessità di tagli alla spesa per 2 miliardi di euro.

Se si sommano le cifre elencate, si vedrà che il totale è superiore alla cifra che circola riguardante i tagli alla spesa prossimi venturi (4 miliardi di euro) necessari a far quadrare i conti per il 2013 della Generalitat de Catalunya.

Deputato al parlamento della Catalogna

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