domenica 15 settembre 2013

La Via Baltica vinse la Rivoluzione Cantata








La grande catena umana del 1989 tra Vilnius, Riga e Tallin, la Via Baltica, che oggi stesso compie 24 anni, fu una tappa fondamentale per riavere l’indipendenza della Lituania, Lettonia e Estonia. Così potente che non pochi libri di storia hanno ignorato il vero nome con il quale quei paesi chiamarono la loro rivolta: La Rivoluzione Cantata. L’idea fu promossa dagli attivisti che tra il 1987 e il 1991 – anni culminanti della perestrojka – organizzarono concerti nei quali si cantavano canzoni popolari dimenticate o inni vietati alternandoli ad un repertorio rock, a volte più duro altre più morbido, ispirato a Metallica, Supertramp, Dire Straits, AC/DC e Iron Maiden.

Dietro ai concerti –alcuni ben organizzati e altri improvvisati- si muoveva e si mobilitava una società civile disposta ad approfittare dello sfascio dell'URSS per frenare la “russificazione” imposta dal 1945 e per recuperare le indipendenze sequestrate dal patto tra Stalin e Hitler. Gli attivisti si trovano tra quello che, ancora oggi, nel mondo post-soviètico viene chiamato intellighenzia. Gente istruita -membri di associazioni di scrittori, musicisti o artisti- e compromessa con i diritti umani. Quelli che dal 1975 sfidavano il potere sovietico e osavano raccogliersi sotto le parole della Lettera di Helsinki, firmata e pubblicata controvoglia dal Cremlino nel 1975.

Le riforme democratiche di Gorbaciov tra il 1987 e il 1988, specialmente la glasnost (trasparenza informativa), fecero sorgere nel Baltico centinaia di gruppi denominati “gruppi informali di discussione e dibattito”. Nuclei civici che piano piano si coordinarono fino a creare un ente organizzato, il fronte popolare, al quale si unirono infine i settori più riformisti ed intelligenti del Partito Comunista, coscienti che si trovavano di fronte ad un movimento storico inarrestabile.

Il Fronte Popolare in Lettonia e in Estonia, e il Sajudis (movimento) nella Lituania. Tutti e tre diedero sfornarono nuovi leader sociali e politici -una miscela di nazionalisti, liberali e socialdemocratici- che approfittarono delle elezioni del mese di marzo del 1989, le prime dell’URSS con una pluralità di candidati dal 1917, per occupare una manciata di seggi nel Congresso sovietico.

Una mobilitazione che creò dei leader.
A differenza di quanto è successo a casa nostra, nel caso baltico la società civile non fu obbligata a spingere la classe politica perché fu precisamente la mobilitazione sociale quella che generò la leadership. Della forza baltica rappresentata a Mosca sorsero nomi come Egdar Savisaar, Vytautas Landsbergis, Algirdas Brazauskas e Ivars Godmanis. Arrivarono a presiedere dei governi, ma prima organizzarono la Via Baltica del 23 agosto 1989. E, dopo qualche mese, nel marzo del 1990, raggiunsero maggioranze più che assolute nelle elezioni legislative delle tre repubbliche.

Subito dopo i Parlamenti autonomi fecero dichiarazioni di sovranità, proclamandosi soggetto giuridico e politico, e fissando una data per i referendum di autodeterminazione: la Lituania lo fece il 9 febbraio 1991 mentre Lettonia e Estonia il 3 marzo dello stesso anno. Qualche settimana prima -a partire dal 13 gennaio 1991- dei paracadutisti e carri armati sovietici che agivano ai margini del commando di Gorbaciov tentarono di stroncare il processo occupando la televisione lituana ed il Dipartimento degli Interni lettone, con un bilancio di quattordici attivisti civili morti.

L’intervento militare fallito non riuscì a far rimandare le consultazioni, dove il sì vinse con un 76% in Lituania, un 74% in Lettonia e un 78% in Estonia. Il conteggio pose fine ai quattro anni della Rivoluzione Cantata. Dopo sei mesi, in agosto del 1991, fallito il colpo di stato militare contro Gorbaciov, le tre Repubbliche baltiche fecero dichiarazioni unilaterali d’indipendenza appellandosi alle leggi internazionali. Tre mesi dopo l'URSS non esisteva più.


Llibert Ferri
@llibertferri

Tra 1987 e 2007 inviato speciale della catena TV3 nell’Europa centrale ed orientale e nell'antica Unione Sovietica

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