lunedì 23 settembre 2013

La cornice legale... la ignorano quando vogliono



La posizione del governo spagnolo, manifestata ieri nuovamente, che rifiuta addirittura di parlare del referendum e che colloca il dibattito in ambito soltanto giuridico, è un’assurdità molto significativa. Tutti sanno che quando si parla di grandi cambiamenti, di cambiamenti storici, la struttura giuridica, qualsiasi struttura giuridica, resta sottomessa alla decisione politica. Lo spiegherò con due esempi molto chiari: il primo, la riunificazione tedesca ed il secondo, molto grave, la nascita dell’autonomia andalusa.
Dopo la caduta del muro di Berlino, la Francia e soprattutto la Gran Bretagna cercarono di impedire o rallentare la riunificazione tedesca, timorosi del suo potere. Ma Kohl fu audace e il 14 luglio del 1990 andò a Mosca intenzionato a convincere il primo ministro societico, Gorbaciov, affinchè permettesse l’unificazione tedesca. Non c’era da scherzare: la RDA era lo stato più prospero del blocco sovietico e uno dei membri del Patto di Varsavia. Si trattava di passare sedici milioni di europei da una parte all’altra. Un fatto per il quale, evidentemente, non esisteva alcuna regola.
Kohl convinse Gorbaciov assicurandogli che la Germania avrebbe pagato il ritiro delle truppe sovietiche e offrendo tanti aiuti finanziari. La Germania non ha mai riconosciuto i costi di quell’operazione, ma si sà che la cifra si aggira sui quaranta milioni di euro.
Con il SI sovietico in tasca, il cancelliere si presentò davanti all’Unione Europea e annunciò l’accordo. Lo fece sottolineando che avrebbe portato avanti questo processo giuridico così enormemente difficile senza il voto di nessun parlamento e senza fare alcun referendum: soltanto con un accordo del governo della RFA. Mitterrand e Thatcher si opposero strenuamente ma alla fine cedettero. Obbligarono Kohl a riconoscere la frontiera con la Polonia come frontiera definitiva, cosa che il leader tedesco non avrebbe voluto fare, e dissero amen. I giuristi fecero il resto del lavoro, convalidando un processo che violava tutte le norme esistenti.
Il secondo esempio è più odioso e me lo ha ricordato questa mattina un lettore: Andalusia. Il 28 febbraio del 1980 l’Andalusia votava uno statuto di autonomia per diventare comunità autonoma mediante l’articolo 151, cioè, votava di essere una comunità storica. La costituzione spagnola indicava --indica ancora oggi!!—che il referendum sullo statuto doveva essere approvato in tutte le province. E non ci riuscirono. Nella provincia di Almeria il sí a lo statuto arrivò soltanto al 42,07% dei voti. E, malgrado ciò, l’Andalusia diventò una autonomia come dall’art. 151. Come?
Semplice. Con l’accordo dei partiti si decise di riformare una legge organica, quella che regola le modalità dei referendum, per lasciare senza alcun effetto le disposizioni della costituzione spagnola. Un’autentica barbarie dal punto di vista giuridico, visto che la costituzione si colloca sopra le leggi organiche. Ma così fu fatto. Fu cambiato l’articolo ottavo della legge dei referendum per dire che se la metà più uno degli elettori di tutta la comunità autonoma ratificava lo statuto, ufficialmente veniva considerato ratificato in tutte le province. 
Siccome non si poteva cambiare la costituzione, per la complessità delle procedure, e la costituzione diceva che bisognava approvarlo in tutte le province, semplicemente scelsero di barare politicamente e cambiare la definizione di “approvato” e di “province”. Matematicamente, Almeria non approvava nulla ma politicamente si, visto che la media totale dell’Andalusia superava il 50%. E non si sono dati la pena neanche di ripetere la votazione.
Esistirebbero oggi la Germania unificata o l’autonomia andalusa in seno alla Comunità Europea se la Spagna o la Germania avessero rispettato la legge sopra tutto e tutti? No, di certo. E tuttavia esistono.
La Spagna può ripetere quanto vuole che bisogna rispettare la cornice legale attuale: se le cose devono passare, passano.
PD: Non a caso, per il caso andaluso abbiamo parlato di referendum.


Vicent Partal
Vilaweb

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