domenica 27 aprile 2014

Un esperto dice che non è scritto da nessuna parte che la Catalogna resterebbe fuori dall’UE

I trattati dell’Unione Europea non contemplano la sucessione di Stati e, pertanto, non è scritto da nessuna parte cosa dovrebbe succedere quando nasce uno stato da un altro stato che fa parte dell’UE. Questa è la riflessione fatta dal Docente di Diritto Internazionale Pubblico dell’Università di Barcellona ed ex-giureconsulto, Dott. Gregorio Garzón, che questo pomeriggio ha partecipato come relatore nella Commissione del Diritto a Decidere del Parlamento della Catalogna. 

“Rispetto ad una virtuale secessione della Catalogna e la sua integrazione nell’Unione Europea è imprudente tanto essere ottimista quanto essere eccessivamente pessimista”, ha detto Garzón dopo una lunga, densa e dettagliata resoconto giuridico dei costumi, dell’esperienza e dei trattati dell’Unione. Infatti, Garzón ha lasciato aperto ogni scenario in questo senso, pur avvisando che una negoziazione per l’entreta nell’Unione è lunga, a dei “meccanismi per accelerarlo”. Il consiglio dell’ex-giureconsulto ai deputati catalani è stato di non frugare sulla via giuridica ma sulla via politica, dell’accordo politico. 

D’altra parte, Garzón ha insistito che a Bruxelles il processo catalano viene considerato nello stesso pacchetto di Scozia o Fiandre e non come un caso Kossovo. Precisamente, Garzón ha utilizzato l’esempio kossovaro per spiegare la volontà politica che commanda in queste decisioni internazionali. “Non tutti gli stati integranti dell’UE lo riconoscono e, invece, si sta trattando con il Kossovo un accordo di adesione attraverso la strada del trattato di stabilizzazione e successione”, ha affermato Garzón.


Quico Sallés - Nació digital.cat

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