domenica 13 aprile 2014

Il «paradosso Margallo» con la Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza







In caso di Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza (DUI), la Catalogna sarebbe automaticamente espulsa dall’Unione Europea (UE) e "si aggirerebbe per lo spazio siderale senza meta nei secoli dei secoli", ha chiarito questa settimanta il ministro spagnolo di Affari Esteri e Cooperazione, José Manuel García-Margallo. Implicitamente Margallo dice, quindi, che Madrid riconoscerebbe automaticamente questo nuovo Stato catalano sorto a partire da una semplice dichiarazione del presidente Artur Mas, in quanto subito dopo, taglierebbe ogni tipo di rapporti con esso. Indirettamente, anche l’UE riconoscerebbe la Catalogna come uno "stato terzo" espellendolo dal suo seno. Interrogato dal giornale Nació Digital su questa contraddizione, ha risposto: "ma Madrid non può riconoscere questo Stato catalano!"

García-Margallo da tempo ha lasciato intendere chiaramente che l’unica strada per cui la Catalogna può pensare di accedere all’indipendenza è attraverso una Dichiarazione Unilaterale (DUI) e non mediante una consultazione. Ma il suo ragionamente mantiene implicita una contraddizione che nemmeno lui stesso è stato capace di chiarire durante la sua visita a Barcellona. "La DUI suppone una Catalogna non riconosciuta internazionalmente ed esclusa dall’UE", ha affermato. 

Ma se la Catalogna si proclama indipendente e, subito dopo, resta esclusa dall’UE, in quanto è lo Stato spagnolo l’ente di cui forma parte, ciò significa che Madrid avrebbe implicitamente riconosciuto il nuovo paese. Invece, se lo Stato non riconosce la DUI, la Catalogna sarebbe ancora un territorio spagnolo, motivo per il quale l’UE non avrebbe nessun motivo per espellere dal suo seno una semplice autonomia spagnola.

Ma, cosa succederebbe se, una volta proclamata la DUI, la Lettonia e la Lituania riconoscessero lo Stato catalano? E se si aggiungesse la Polonia, paese numericamente simile alla Spagna? O se lo facesse Islanda? O il Portogallo? Allora il conflitto politico sarebbe sovranazionale.

L'esperto in diplomazia internazionale Albert Pont spiega: "Un’indipendenza non è altro che una sostituzione di uno Stato con un altro nella responsabilità internazionale di un territorio e nei suoi rapporti internazionali." Cioè, per la Catalogna essere indipendente significa che gli altri Stati del mondo non riconoscono più il governo spagnolo come un valido interlocutore quando si tratta di parlare di affari riguardanti il territorio catalano e passano a riconoscere il governo catalano come responsabile di quel pezzo di territorio. Punto.

"Se la Catalogna ottenesse l’indipendenza attraverso una DUI, o anche mediante una secessione negoziata come in Scozia, sarebbe esclusa dall’UE come ogni nuovo stato. Gli oltre 50 trattati di associazione dell’UE immediatamente sarebbero inapplicabili, incrementando i costi di esportazione...", pronosticava Margallo da Barcellona. In breve, ha chiarito che lo Stato spagnolo riconoscerebbe il nuovo Stato catalano. Ma, quando glielo abbiamo chiesto, ha negato categoricamente: "Gli articoli 1 e 2 della Costituzione dicono che la sovranità risiede nella totalità del popolo spagnolo. Cioè, ogni spagnolo è titolare di ogni centimetro quadro dello Stato."

Secondo Pont, nel momento in cui la Catalogna si proclamerà indipendente, "sarà fondamentale che nelle prime ore si ottengano ina ventina di riconoscimenti. La Spagna può chiedere alla Francia che non ci riconosca, certo. Ma quale influenza ha sull’America Latina, sull’Africa..?", riflette.

Di fatto, il consigliere di Stato francese Yves Gounin ha una nitida opinione su quello che succederebbe in questo impasse: "Alla fine ci sarà una doppia trattativa. Una, bilaterale, tra i catalani e i castigliani. E, dall’altra parte, trattative multilaterali a 28 o 29, con gli stati europei, la Commissione ed il Parlamento Europeo. Bisogna entrare in una visione ragionevole."

Per Pont è chiaro che, politicamente, lo Stato spagnolo può fare ben poco nel processo catalano. "Nel momento in cui la Catalogna si proclamerà indipendente, comincerà a ricevere riconoscimenti e con quei primi stati il governo catalano avrà un rapporto alla pari", pronostica.

Per frenare questa situazione, Pont vede soltanto una possibilità: "Il Ministro Margallo deve chiedersi se è disposto a mettere sul tavolo 20.000 morti. L'unica soluzione di cui dispone è questa. Sono disposti ad arrivare fino alla fine? E allora si che sarà un problema internazionale...."

Margallo, formatosi ad Harvard, con dei modi squisiti, non parla neanche di questa possibilità. Trovandosi nella “Casa Asia” di Barcellona, è consapevole che il sudoku è piuttosto complicato, al di là dei rapporti apocalittici che ha presentato il suo ministero. Ripete la litania che l’indipendenza della Catalogna è contraria alla Costituzione spagnola, ma non chiarisce cosa succederà nelle ore successive alla dichiarazione d’indipendenza. 

Probabilmente perchè nemmeno lui è capace di prevederne gli sviluppi. "La Spagna non ha la capacità di minacciare la comunità internazionale", ha sentenziato Pont.




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