mercoledì 9 aprile 2014

Quattro concetti basilari di diritto costituzionale, come quelli che si imparano all’Università alle prime battute.

La Costituzione è democratica, e sorge dal popolo. Ciò significa che il popolo l’ha votata. Ma di quale popolo stiamo parlando? Ma si, di quei cittadini che dopo quasi quarant’anni di dittatura franchista dove i diritti fondamentali erano violati a destra e a manca, videro una scintilla di speranza nella Magna Carta. E chi non l’avrebbe votata allora? Evidentemente, trent’anni dopo sicuramente più di uno non la voterebbe più di certo! Inoltre, “democratica” significa che il potere risiede nella nazione, nel popolo. E allora, come si capisce, all’interno di questa presunta costituzionalità, che il popolo catalano non possa potare a termine una consultazione per decidere sul proprio futuro?
La Costituzione è stata sottoscritta. Cioè, fu il bel frutto di un accordo tra tutte le forze politiche del momento, di quel preciso momento. Forze con eredità franchiste, con vincoli falangisti e reminiscenze di un regime senza diritti. Possiamo chiamarlo sottoscrizione?
La Costituzione è incompleta. Caratteristica che permette di svilupparla e arricchirla a posteriori con altre leggi. Leggi che devono rispettarla (ovviamente?). Ma con i tempi che corrono, il Tribunale Costituzionale suo massimo interprete, che decide la presunta costituzionalità delle leggi, ha perso ogni indipendenza (o quanto meno, quella parvenza di indipendenza che aveva avuto nell’era democratica). E quindi, come possiamo essere sicuri che tutte le leggi che completano la Costituzione siano legali e costituzionali? E ancora, se supponiamo che tutte sono assolutamente costituzionali, mi chiedo perchè la legge sulle consultazioni del Parlamento della Catalogna non lo è!
La Costituzione è deliberatamente ambigua per renderla adattabile al passo dei tempi. Veramente accade questo? Gli anni passano, le realtà sono diverse ma lei resta statica e ancorata ai tempi ancestrali, ricordando e rappresentando più una dittatura arcaica che una democrazia moderna. Forse l’ambiguità sta nel fatto che i poteri politici la interpretano come pare e piace.
La Costituzione è rigida, il che vuol dire che dispone di meccanismi complicati di revisione e che, pertanto, si rende difficile modificarla. Per questa connotazione fu previsto che fosse ambigua. Se teniamo conto che non è fattibile nemmeno che, con gli anni, essa possa adattarsi alle nuove realtà sociali, a questo punto direi che non serve a nulla.
Questa è la Costituzione dell’era democratica, la stessa che permette che un magistrato del Tribunale Costituzionale sia stato militante, mentre era in carica, nelle file del PP (ricordiamo che questo tribunale è il massimo interprete della Costituzione). O quella che permette che il castigliano (la lingua dell’“impero”) diventi veicolare nelle scuole di tutto il territorio nazionale imponendosi sopra le altre lingue costituzionalmente riconosciute, violando cosí il principio costituzionale di co-officialità. Senza dimenticare il fatto che lascia che dei politici corrotti restino liberi impunemente e mantengano le loro cariche pubbliche dopo aver distratto fondi pubblici e altre appropriazioni indebite (diciamo rubato). E non possiamo neanche dimenticare la famiglia reale, che risulta impunita da scandali innominabili! O, addirittura, è quella costituzione che non fa niente di fronte a dei ripetuti atti fascisti o nazisti in pieno secolo XXI. Sissignori, questo è democrazia allo stato puro!
E io mi chiedo, è questa la norma che non permette al popolo catalano di esercitare il diritto a decidere, di votare? Il diritto al suffragio universale, libero, diretto, uguale e segreto è uno dei pilastri basilari di qualsiasi democrazia, no? E la stessa Costituzione lo contempla come un principio cardine. E allora, per quale motivo il referendum del 9 novembre è presuntamente illegale e non può essere effetttuato?
Dunque, la Costituzione viene usata ed interpretata secondo la convenienza dei poteri di Madrid. Quando a loro va bene su può violare, voglio dire che la interpretano a modo loro. E quando non interessa, tutto diventa incostituzionale. Curioso, eh?
Risulta che il grido del popolo non è sufficiente a lasciare che la Costituzione sia costituzionale affinchè noi, catalani, possiamo esercitare il nostro diritto all’autodeter-minazione. Una condanna immeritata.
Lasciateci votare!!!


Judit Clarasó
Giurista

Catalano

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