giovedì 10 luglio 2014

L'ossessione di Rajoy










Il presidente del governo spagnolo, Mariano Rajoy, rimane chiuso e fermo sulle sue posizioni, mentre si avvicina sempre più la consultazione del 9 novembre. Rajoy ribadiva ieri che non ci sono delle novità sulla situazione in Catalogna perchè il presidente della Generalitat, Artur Mas, continua a difendere la consultazione, e lui è disposto ad ascoltarlo soltanto se rinuncierà al referendum.

Rajoy commette il classico errore dei governanti spagnoli in tutti i processi di indipendenza subiti, cioè, quello di fissarsi a non trattare fino a perdere il senso della realtà, la correlazione reale di forze. 

Quando la Spagna era sul punto di perdere Cuba (1898), offrì 'in extremis' una autonomia (1897) che se fosse stata proposta dieci anni prima sarebbe riuscita a mantenere lo statu quo. Ma anche allora il governo si dimostrò ottuso fino a quando si rese conto che stava perdendo tutto e, ovviamente, arrivò fuori tempo.

Nel processo catalano, inoltre, ci troviamo con una rivendicazione democratica. I catalani chiedono di poter votare per scegliere se vogliono diventare indipendenti. Ancora più bizzarra è, quindi, la cocciutaggine spagnola, soprattutto se la confrontiamo con il pragmatismo britannico. Se la Scozia dovesse diventare indipendente, Londra ha già garantito e concordato la continuità della sterlina, il mantenimento della monarchia dei Windsor e, inutile dirlo, l’adesione alla Commonwealth. Inoltre il Regno Unito ha molte chance di vincere la consultazione. 

I governi spagnoli, invece, hanno sempre scelto il “tutto o niente”.

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