lunedì 13 ottobre 2014

Qui facciamo la legge, là fanno dei manifesti

Il Parlamento catalano ha approvato ieri in commissione, la proposta di legge delle consultazioni, un passo preliminare alla ratifica nella seduta plenaria del mese di settembre, e così abbiamo allestito le norme per la convocazione della consultazione del 9 di novembre.

Il testo ha ricevuto il sostegno di CiU, ERC, PSC, ICV-EUiA e la CUP, mentre il voto contrario lo hanno dato soltanto il PP e Ciutadans. E’ un passaggio trascendentale di fronte a quello che la Catalogna vivrà nei prossimi mesi.

La posizione dei socialisti è, ora come ora, ambigua in quanto difendono la legge sulle consultazioni ma si oppongono alla convocazione. Questo sono i patti interni che ha fatto il nuovo segretario generale del PSC, Miquel Iceta, per non incomodare eccessivamente il PSOE.

Il momento della verità arriverà a settembre quando il presidente Artur Mas convocherà efettivamente la consultazione. Allora tutto dipenderà dal fatto che il governo spagnolo può portare la legge davanti al Tribunale Costituzionale lasciandola sospesa.

Rajoy dovrebbe lasciare che i catalani possano votare, come ha fatto il primo ministro britannico, David Cameron. Ma la Spagna non è il Regno Unito, come abbiamo potuto vedere ancora una volta in questi giorni con i manifesti spagnoli sulla Catalogna.

A Madrid c’è nervosismo e non stanno reagendo precisamente con grande sensibilità democratica. Non rispettano il diritto a decidere. La Spagna continua a seguire i soliti modelli di comportamento storici.





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