venerdì 3 ottobre 2014

Nessuna separazione di poteri

Si è arrivati a un punto in cui è di vitale importanza che il mondo sappia che in Spagna le cose già non sono cosí democratiche come sembrano. 

Il Tribunale Costituzionale (interprete supremo della Costituzione e incaricato di risolvere i ricorsi presentati contro la Legge di Consulte e il Decreto di Convocatoria della consulta del 9 di novembre) non si presenta minimamente imparziale. I suoi dodici membri (giuristi e giudici di riconosciuta competenza) sono scelti nel modo seguente: 4 dalla Camera dei Deputati (organo politico), 4 dal Senato (organo politico), 2 dal Governo statale (organo ancora più politico) e 2 dal Consiglio Generale del Potere Giudiziale, e infine tutti vengono nominati dal Re. 

Come si può permettere che chi possieda competenze per decidire sulla costituzionalità d’una norma sia parte in causa nel processo? Chi ci assicura che i magistrati del Costituzionale non ricevano istruzioni dal resto dei poteri pubblici? Come si può continuare ad affermare che in Spagna c’è una chiara divisione di poteri, vigente nel vecchio continente europeo a seguito della Revoluzione francese?

Smettiamo d’ingannarci, non esiste una reale separazione di poteri... Si potrebbe persino affermare che mai c‘è stata! Chi governa allo stesso tempo giudica e legisla, chi legisla governa e giudica e chi giudica riceve istruzioni e direttrici dagli altri poteri. Quali garanzie possiede il popolo catalano che i ricorsi che adesso valuta il Tribunale Costituzionale saranno trattati con la imparzialità necessaria per offrire una sentenza giusta, equa e legale? Neanche una!!!

La Spagna offre alla comunità internazionale un’immagine di democrazia e legalitè però in realtà all’interno del paese si respirano effluvi di dittatura.

Judit Clarasó



giurista

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