giovedì 26 giugno 2014

Il rapporto del Ministero degli Esteri ammette che la Spagna dovrebbe trattare una “equa” distribuzione del debito in caso di indipendenza





Il rapporto giuridico del Ministero degli Affari Esteri sulle conseguenze di una eventuale dichiarazione di indipendenza della Catalogna reso pubblico questo sabato, ammette che la Spagna dovrebbe trattare la distribuzione del debito e dei beni in forma “equa" in caso di consumarsi la secessione. Si tratta del primo riferimento scritto redatto dallo esecutivo spagnolo di fronte a un eventuale scenario post-indipendenza.

"Per quanto riguarda la sucessione in materia di debiti [...] regge in primo luogo l’accordo tra gli interessati", ammette il rapporto giuridico, e aggiunge che "in mancanza di accordo, il diritto internazionale prevede il criterio di trasmissione del debito in proporzione equitativa". E non soltanto in materia di debito ma anche sulla distribuzione dei beni: "Bisognerebbe trovare un accordo tra i due stati, altrimenti ci sarebbero delle compensazioni equitative". Anche se, in termini generici, il rapporto giuridico del Ministero considera che la Spagna "sarebbe ancora titolare dei beni, sebbene i beni immobili e mobili dello stato precedente (Spagna) che si trovino (o siano vincolati) nel supposto stato (Catalogna) potrebbero passare alla titolarità di quest’ultimo".

Il rapportro conclude, però, che la Catalogna non avrebbe accesso alle Nazioni Unite se si proclamasse indipendente in forma "illegale", che di fatto è l’unico modo, secondo il parere del governo spagnolo, per poterlo diventare.

Il rapporto si basa su "molteplici risoluzioni delle Nazioni Unite". Brandisce il principio dell’integrità territoriale, che "è irrinunciabile ed in nessun caso può essere oscurato allegando la libera determinazione dei popoli". Il documento considera che il principio di autodeterminazione non è applicabile al caso catalano, che non esiste nè il diritto a decidere nè il diritto alla secessione e che una indipendenza unilaterale costringerebbe la Catalogna a restare in un "limbo" giuridico, perchè la comunità internazionale "non dovrebbe" riconoscere il nuovo stato non avendo rispettato il diritto costituzionale spagnolo nè il diritto internazionale.

L'eventuale indipendenza, dunque, per la prima volta è uno scenario plausibile in un documento ufficiale del Ministero degli Esteri spagnolo.

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