sabato 16 febbraio 2013

Kosovo sì, Catalogna no. Assurdo!

I subgovernatori delle varie nazioni e i veri padroni del vapore UE sono nel panico e devono assolutamente trovare il modo di non riconoscere alcun valore alla volontà del popolo catalano.
A far loro paur
a non è tanto il destino di Barcellona e dintorni, ma l’effetto domino che si propagherà immediatamente sul resto d’Europa ad incominciare dal Veneto e dalle Fiandre. Naturalmente i camerieri di Bruxelles e gli scopini delle varie capitali sono all’opera per arginare il tutto, ma spesso la toppa è peggiore del buco e una delle frasi più demenziali pronunciate dai tecnocrati è che la Catalogna non è il Kosovo e non ha i requisiti per l’indipendenza.
Di fronte a questa scemenza assoluta molti tacciono e qui c’è da imbestialirsi perché occorrerebbe far presente che è il Kosovo a non avere nessuno diritto e se alla fine persino il Kosovo è stato accettato come stato autonomo, la Catalogna non si deve nemmeno discutere.
Perché? Perché i kosovari, immigrati di recente dall’Albania, si sono proclamati indipendenti su una terra non loro (fino alla fine degli anni ’60 il Kosovo era al 90% serbo) mentre i catalani chiedono la libertà della PROPRIA patria. Non basta? I kosovari albanesi, una volta autonomi han cacciato con la violenza tutte le minoranze, mentre i catalani non si sognano di farlo, così come Barcellona rimarrà sempre un centro di cultura e legalità europea mentre il Kosovo islamizzato è diventato una Tortuga, uno Stato-Mafia al centro di mille traffici illeciti. Eppure i delinquenti sono stati esaltati e aiutati e gli onesti sono osteggiati.
 

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