mercoledì 2 gennaio 2013

Un Mediterraneo Anseatico


Le elezioni catalane sono passate e la casta di Madrid semplicemente non vorrà ravvedersi. Confondono la battuta di arresto di Mas con la volontà del popolo catalano. L’ho detto in un articolo la notte delle elezioni: il parlamento catalano è passato dai 14 membri che, nel loro programma del 2010, difendevano la necessità immediata di un referendum per uno stato sovrano catalano agli 87 di oggi. Oppure 116 se il referendum venisse organizzato in accordo con la giurisdizione spagnola. La patata bollente sta per tornare, ulteriormente riscaldata, a Madrid. Ma il dramma è quando lo scontro tra la Catalogna e la Spagna torna alla cruda realtà. L’allarme dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico per il 2013: PIL giù del 1,5% e disoccupazione al 27%. Se guardiamo ai nostri vicini, in Francia, i nervi sono tesi: il presidente Hollande senza prendere nessuna misura drastica è in caduta libera, e la destra francese, dalla quale sorgerà un populismo di estrema destra ancora più forte, è in decomposizione. E in Italia, le elezioni all’orizzonte con la classica sinistra anti-federalista che vincerà, con i seguaci del clown Beppe Grillo, la seconda forza, e al nord la Lega Nord che risorgerà ancora, questa volta per l’indipendenza.
Un sintomo di tutto ciò è la speciale sessione del Consiglio Regionale del Veneto del 28 novembre 2012 che si è concluso con il mandato al presidente della giunta regionale Luca Zaia e al presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato ad "avviare urgentemente con tutte le Istituzioni dell’Unione europea e delle Nazioni Unite le relazioni istituzionali che garantiscano l’indizione della consultazione referendaria al fine di accertare la volontà del Popolo Veneto in ordine alla propria autodeterminazione avvalendosi di una commissione giudicante di esperti e studiosi senza costi per la regione".
Cosa sta succedendo ai dinosauri del sud Europa? Ci sono sempre più persone che comprendono che i problemi non risiedono nella destra o nella sinistra, ma nei modelli di stato e dalla cultura che ne deriva: quella dell’irresponsabile Artful Dodger. Ciò mi è stato confermato dopo aver riletto la trascrizione della conferenza dello scorso settembre all’ICADE Club del Professor Jesus Fernandez Villaverde dell’University of Pennsilvanya che riepilogava i malanni della Spagna: dualismo nella sua struttura economica, acuto invecchiamento demografico, debito insostenibile del settore privato, smisurato deficit pubblico, una generazione perduta di oltre un milione di NEET ( individui che non stanno ricevendo un'istruzione, non hanno un impiego o altre attività assimilabili), e soprattutto,un’ inefficiente e fallita struttura istituzionale che allo stesso tempo implica, attraverso una divulgazione irresponsabile da parte della casta politica dominante, una cultura inconsapevole e generalizzata della gravità della situazione.
A Madrid ,e qui in Catalogna, i più conservatori -che si trovano tra i pezzi grossi dell’economia e dei mezzi di comunicazione a favore dello status quo- non ammetteranno che la spinta verso la costruzione di nazioni sovrane,sebbene non lo garantisca, è vista come un’opportunità di rigenerazione di vasta scala non realizzabile entro la struttura dei dinosauri incapaci di evolvere.
Infine, se noi guardiamo all’Europa che funziona, essa orbita attorno ai due mari che ospitarono le città-stato della Lega Anseatica: il Mar baltico e il Mare del Nord. Dove c’erano città-stato ci sono ora stati-nazione. Stati omogenei di piccola e media taglia che emersero dall’implosione del 19° e del 20° secolo dei vecchi imperi russo, tedesco, danese o svedese. Il Baltico adesso dà risalto a flessibili, dinamiche e indipendenti repubbliche inserite nell’economia globale. E nel Mare del Nord, entrambe ex colonie della Spagna, Olanda e Fiandre, quest’ultime coinvolte in un processo di emancipazione; la Norvegia, in passato appartenente alla Svezia; e la Scozia anch’essa rivendicante la sovranità.
E’ necessario puntualizzare che il Mediterraneo non ha più riguadagnato le antiche prosperità e ricchezze, in termini relativi all’interno dell’Europa, che ebbe al tempo delle repubbliche e dei principati: Barcellona-Catalogna, o Valencia, Granada, Genova, Provenza, Firenze, Venezia e Napoli?
Bene, eccoci al dunque: quanto prima verrà fissata l’estinzione dei dinosauri, meglio sarà per tutti gli interessati.




articolo di Josep Huguet Biosca, ex ministro del Governo della Catalogna (2004-2010), Presidente della fondazione Irla, Ingegnere industriale, tratto dal sitohttp://www.helpcatalonia.cat/ , traduzione dall'originale inglese a cura di Andrea G. Givone dirittodivoto.org)

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