martedì 29 settembre 2015

Il presidente della Catalogna imputato per il referendum simbolico sull'indipendenza

Due giorni dopo le elezioni regionali catalane, il presidente indipendentista della Catalogna, Artur Mas, è stato accusato di "disobbedienza civile" in merito all'organizzazione del referendum simbolico sull'indipendenza del 9 novembre 2014.

Mas dovrà comparire dinanzi ai giudici il 15 ottobre. Sul banco degli imputati ci saranno, oltre a Mas, anche l'ex vice presidente del governo regionale, Joana Ortega, e la consigliera regionale, Irene Rigau. La procura, che li accusa anche di usurpazione di funzioni, cattivo uso di di fondi pubblici e prevaricazione, sostiene che i tre non tennero conto delle risoluzioni della Corte costituzionale della Catalogna permettendo il voto. Alla votazione simbolica sull'indipendenza catalana avevano partecipato in 2.344.828 persone, con quasi 1,9 milioni a favore della secessione da Madrid.

Il capogruppo parlamentare di Convergencia, il partito di Mas, Pere Macias, ha parlato di una "persecuzione politica" delle istituzioni spagnole.  "Cercare di disarcionare chi ha vinto alle urne con questi metodi non dà l'immagine di una democrazia di qualità", ha affermato Macias.

 L'annuncio della convocazione di Mas a deporre come imputato arriva a due giorni dalle elezioni catalane di domenica, vinte dalle liste indipendentiste che hanno conquistato una maggioranza assoluta in seggi con il 47,8% dei voti.

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale spagnola, che aveva vietato un referendum vincolante sull'indipendenza catalana, Mas aveva mantenuto la convocazione del voto ma con valore solo consultivo. Al voto, ha ricordato il capogruppo parlamentare di Convergencia,
Pere Macias, avevano partecipato il 9  novembre 2014 2,5 milioni di elettori catalani, su 5,5 milioni. Il risultato era stato ampiamente favorevole all'indipendenza. Macias ha detto che tutti i partecipanti al voto dovrebbero essere anche loro dichiarati imputati dalla giustizia spagnola.

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