La votazione della consulta popolare sull'indipendenza della Catalogna del passato 9 di novembre, malgrado i dubbi iniziali con cui è stata ricevuta una volta annunciata dal presidente, è stata un vero successo che ha posto in rilievo l’audacia del presidente nel driblare i tentativi dello Stato spagnolo di fare naufragare il processo.
Il governo catalano ha fatto la sua parte, mettendo a punto locali della Generalità, urne e schede perché la cittadinanza di Catalogna potesse esprimere il suo parere, mentre le migliaia di volontari sono state l'anello della catena necessario per far sí che il processo partecipativo arrivasse a buon porto.
Il popolo catalano ha risposto alla chiamata, ancora una volta, in una maniera chiara e contundente partecipando in massa, rendendo la giornata partecipativa una vera festa della democrazia riempiendo le urne di voti.
Malauguratamente, la cecità politica delle istituzioni dello Stato spagnolo non solo le porta a sottovalutare la dimensione del conflitto e i più di due milioni e trecentomila cittadini che vi hanno preso parte, ma anche, seguendo la sua linea di giudizializzare la politica, a iniziare una campagna di pressione sulla Procura Generale dello Stato perché presenti una querela al presidente Mas, alla vicepresidente Ortega e alla consigliera Rigau.
Lo spettacolo vissuto è stato grottesco, con la procura di Catalogna che al principio si negava a presentare la querela, non considerandolo opportuno, fino al punto che la Procura Generale dello Stato, capitanata dal signor Eduardo Torres-Dulce, ha ceduto alle pressioni del governo statale e ha deciso di presentarla e utilizzare il potere giudiziale per tentare di risolvere con la giustizia un problema politico. SI evidenziano cosí le mancanze democratiche d’uno Stato spagnolo che disprezza il principio democratico della separazione di poteri.
Noi Catalani viviamo soggiogati a une istituzioni statali che pretendono penalizzare il semplice esercizio d’un diritto fondamentale quale la libertà d’espressione, dal momento che lo scorso 9 di novembre il Governo della Generalità ha impulsato un processo partecipativo per conoscere l’opinione della cittadinanza sul futuro nazionale della Catalogna.
E adesso?!
Ancora una volta si è dimostrato che quando camminiamo insieme siamo più forti e capaci d’arrivare più lontano. La nostra forza è l'unità, che si deve preservare da qualsiasi interesse di partito. Viviamo tempi transcendentali davanti ai quali si deve esigere ai partiti politici responsabilità e che facciano caso al clamore popolare che reclama unità.
In questo senso, sono dell'opinione che si deve impulsare una candidatura trasversale e unitaria, liderata dal presidente Mas, che in future elezioni al Parlamento di carattere plebiscitario ci permetta decidire il nostro futuro politico con tutta libertà e con garanzie piene.
Una candidatura unitaria aiuterebbe a visualizzare il carattere plebiscitario delle elezioni, lasciando per dopo altre questioni, quando, raggiunta la independenza, se cosí lo vuole la maggioranza risultante, si dovrebbero indire nuove elezioni di tipo costituente.
L’opzione di partecipare uniti sotto la copertura di una candidatura unitaria è quella che ci colloca in un scenario più simile a quello di un referendum, di fronte alla proibizione del governo spagnolo di organizzare una consulta accordata di stile britannico, e agli occhi della comunità internazionale i risultati sarebbero interpretati in maniera chiara e concisa.
In epoche eccezionali, decisioni eccezionali!
Salvador Grifell i Hernández
@s_grifell
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